Non si rende forse ancore bene conto di quanto vergognoso sia stato il suo incitamento all’odio antecedente e successivo all’attacco di Capitol Hill, e di quanto l’utilizzo del social sia stato solo per spargere una becera propaganda fatta di fake news.
Donald Trump ha chiesto ad un giudice federale della Florida di costringere Twitter a riattivare il suo account. Nel ricorso depositato la notte scorsa, con cui si chiede al giudice di Miami un intervento d’urgenza, l’ex presidente accusa il social media di aver agito per le pressioni politiche dei suoi rivali.
Ed afferma che Twitter “esercita un livello di potere e controllo sul dibattito politico in questo Paese che è incommensurabile, storicamente senza precedenti e profondamente pericoloso per un dibattito democratico aperto”.
Twitter ha sospeso Trump – che aveva 88 milioni di follower – come hanno fatto tutti gli altri social media, dopo che il 6 gennaio scorso i suoi sostenitori hanno assaltato il Congresso, incitati dalle accuse infondate di brogli elettorali che Trump per settimane aveva diffuso anche attraverso i social. Twitter ha sospeso Trump l′8 gennaio citando “il rischio di altro incitamento alla violenza” da parte dell’allora presidente.
Gli avvocati di Trump affermano che il suo account di Twitter era diventato una “town hall digitale”, fonte di importanti notizie e d informazioni sugli affari di governo durante la sua presidenza. Molto spesso Trump ha fatto importanti annunci nazionali ed internazionali direttamente su Twitter. “Il Paese non ha vantaggi da tentativi di sopprimere il discorso politico, ancora meno da tentativi di mettere la museruola a personaggi politici”, conclude il ricorso affermano che la mossa di Twitter è incostituzionale.
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