È l’impresa eroica (e riuscita) di un 26enne, ritrovato – mezzo stordito ma ancora in vita – quando è uscito il volo 1182 è arrivato a Miami, in Florida, sabato mattina. L’uomo ha fatto qualche passo poi si è seduto a terra mentre i lavoratori dell’aeroporto sconvolti gli correvano intorno. Incredulo uno ha esclamato: “E’ sopravvissuto! E’ sopravvissuto!” mentre qualcun altro gli porgeva acqua.
L’aereo Boeing 737 ha volato per due ore e sei minuti a una velocità fino a 526 mph e ha raggiunto un’altitudine di 33.000 piedi (oltre 10 chilometri); ha poi rullato per 29 minuti prima di arrivare a un gate, dove l’uomo è stato trovato.
Nascondersi nei carrelli o in altri posti dei voli di linea è l’ultimo disperato tentativo di espatriare di molti che vogliono arrivare in Usa. Secondo la Federal Aviation Administration dal 1947 sono state 129 le persone che hanno cercato di nascondersi sugli aerei, ma quasi tutte – un centinaio – “sono morte per ferite o durante il volo”.
Nel 2014, l’impresa riuscì a un ragazzino di 15 anni, sopravvissuto a un volo di cinque ore e mezza da San Jose, in California, a Maui, nelle Hawaii, un volo drammatico trascorso per quasi tutto il tempo privo di sensi nel gelo e con scarso ossigeno.
Un altro episodio drammatico nel 2019, a Londra: piombò a terra il corpo di un uomo probabilmente scivolato dal vano del carrello di atterraggio di un volo Kenya Airways, diretto a Heathrow e proveniente da Nairobi. Il corpo si schiantò a terra nel giardino di una casa in una zona a sud della capitale; e non si è mai saputo chi fosse.