La normalità è lontana e in terre già provate dalla povertà si dovranno affrontare altri danni economici.
Pellegrinaggi in Terra Santa messi a dura prova dalla variante Omicron. E anche per questo Natale la situazione appare compromessa, perché “non ci sono i tempi per riaprire e le prospettive delle scorse settimane “sono saltate”.
Lo dice con amarezza ad AsiaNews il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, che non vede possibili aperture per le feste imminenti.
Tuttavia lancia un appello perché, come dice, “è importante pensare a una ripartenza dopo le feste, mettendosi oggi l’animo in pace per trovare “un nuovo modo con le autorità politiche di dar vita a forme di convivenza con la pandemia e riaprire al turismo religioso nel
2022″.
Lo scorso anno, ricorda ancora AsiaNews, “nel pieno della pandemia e agli albori della campagna vaccinale, la cerimonia di accensione dell’albero di Natale a Betlemme e nelle altre città, come Nazareth, si era svolta in gran parte senza fedeli. La partecipazione è stata in gran parte virtuale, attraverso dirette sui social o nei canali televisivi, quando in epoca pre-pandemica attiravano migliaia di persone, locali e stranieri. Dopo una fase di speranza, Israele ha bloccato di nuovo gli ingressi per prevenire il contagio”.
In piazza con i no vax e no green pass “per capire e ascoltare”. Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Ircss Istituto Ortopedico Galeazzi e virologo del dipartimento di Scienze biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano, è all’Arco della Pace a Milano dove è in corso un presidio di manifestanti contro i vaccini e le restrizioni anti-Covid. Ospite di una trasmissione televisiva Pregliasco ha spiegato di aver “voluto conoscere dal vivo e sentire quelle che possono essere le negatività e i motivi che ho visto spesso legati ai dubbi sulla comunicazione”. Il virologo si è detto dispiaciuto per le critiche ricevute. “Mi spiace, ma credo che ci sia la libertà di esserci, di capire, di ascoltare e di confrontarsi”.