Zelensky: "Putin ricatta l'Occidente: in Europa prevale la paura e non la democrazia"

Il presidente ucraino a Repubblica: "Berlino ci impedisce di ottenere dalla Nato armi difensive. Ogni democrazia sotto aggressione dovrebbe avere il diritto di acquistarle"

Zelensky: "Putin ricatta l'Occidente: in Europa prevale la paura e non la democrazia"
Volodymyr Zelens'kyj, Presidente dell'Ucraina
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14 Dicembre 2021 - 14.48


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Sono mesi che le truppe russe sono ferme al confine tra Russia e Ucraina senza che nessuno intervenga e sono da considerarsi un tentativo intimidatorio. Infatti il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, in una intervista a Repubblica ha osservato che “le truppe stanziate da Putin vicino al nostro confine sono il potenziale di un ricatto. Anzitutto contro gli Stati occidentali. Quando le truppe russe aumentano, il ricatto si fa più duro, tanto da far temere un’aggressione contro il nostro Stato o contro l’intera regione. La Russia ha iniziato questa guerra nel 2014 e da allora siamo abituati a qualsiasi scenario”.

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“Purtroppo – ha aggiunto il presidente ucraino – non si può dire lo stesso di altri Paesi europei. La Germania, per esempio, ci ha recentemente impedito di ottenere dalla Nato fucili anti-drone e sistemi anti-cecchino, che sono armi esclusivamente difensive. Qualsiasi democrazia sotto aggressione dovrebbe avere il diritto di acquistare tali armi. Purtroppo in alcune capitali europee la paura prevale”.

Europa e Stati Uniti hanno condannato il Cremlino e si sono schierati nuovamente al fianco di Kiev. Ma se domani i russi invadessero l’Ucraina, “proteggeremo la nostra terra e la nostra gente in ogni circostanza e da ogni invasione. Gli ucraini non rinunceranno mai alla loro libertà. A Mosca, intanto, si potrebbe aprire un museo per le tante condanne ricevute dal Cremlino. Indubbiamente, siamo grati per il supporto che ci viene offerto. Ma gli sforzi collettivi non sono sufficienti a riportare la Russia né a una politica basata sul rispetto del diritto internazionale e degli Stati vicini, né a significativi colloqui di pace nell’Ucraina orientale”

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“Basti pensare – ha continuato il presidente – che l’accordo sui prigionieri di guerra siglato a Parigi nel 2019 non è ancora stato attuato. Centinaia di persone sono tenute prigioniere nei territori occupati, dove la Russia aveva promesso di garantire l’ingresso delle organizzazioni internazionali. Ma ciò non accade perche’ i prigionieri ucraini sono in condizioni così spaventose che la Russia non osa mostrarli alla Croce Rossa”.

Zelensky rileva infine come “dopo i colloqui tra il presidente americano e l’omologo russo non c’è stata nessuna riduzione dell’ammasso di truppe nostri confini. Per non parlare di quello che accade nel Mare di Azov, dove il 70 per cento della sua superficie è sotto il controllo della Russia. Solo quando le cose cominceranno a cambiare potremo dire che gli argomenti di Biden si sono dimostrati convincenti”, ha concluso il presidente ucraino.

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