Justin Trudeau, primo ministro canadese, e la sua famiglia hanno lasciato la loro casa nella capitale Ottawa per raggiungere un luogo segreto mentre circa 10mila camionisti si sono riuniti per protestare contro l’obbligo vaccinale entrato in vigore lo scorso ottobre per tutti i lavoratori pubblici canadesi, per chi viaggia in treno, aereo o in nave e ha più di 12 anni.
Il livello di allerta è molto alto. Le ragioni del raduno abbracciano un po’ tutta la galassia del negazionismo e della resistenza no vax: no ai vaccini, no alle mascherine, no al lockdown. Ma i camionisti hanno un solo obiettivo: mettere in discussione la legge entrata in vigore il 15 gennaio in base alla quale tutti i trasportatori che entrano in Canada devono essere vaccinati. Al di là del confine, anche gli Stati Uniti hanno imposto gli stessi requisiti ai camionisti in entrata nel Paese.
Più vicino al Parlamento le famiglie hanno marciato con calma sotto gli occhi della polizia fino ad arrivare sotto le finestre dell’ufficio di Trudeau.
Un responsabile della sicurezza del Parlamento ha spiegato che ai deputati è stato consigliato di chiudersi bene anche in casa perché le loro abitazioni potrebbero essere un obiettivo.
Ad oggi, l’82% dei canadesi di età pari o superiore a cinque anni è stato vaccinato. Tra gli adulti, la cifra è del 90 per cento. La Canadian Trucking Alliance, la federazione che rappresenta l’industria degli autotrasporti in tutto il Canada, ha affermato che la stragrande maggioranza dei camionisti del paese è vaccinata e ha “fortemente disapprovato” il raduno di Ottawa. La protesta è iniziata la scorsa settimana nel Canada occidentale, dove dozzine di camionisti hanno organizzato un convoglio per guidare da Vancouver a Ottawa per manifestare.