Chi sono i mercenari del gruppo Wagner, che attualmente stanno lottando al fianco dei russi elle repubbliche autoproclamate di Donetsk e di Luhansk? Il gruppo, è una milizia paramilitare privata, conta circa 10mila uomini composto soprattutto di ex militari, ex poliziotti ed ex agenti di sicurezza russi a cui si è aggiunta una piccola componente di ex miliari di altri stati, in particolare la Serbia.
Il gruppo Wagner è composto da mercenari che hanno un’età compresa tra i 35 e i 55 anni. Il gruppo Wagner è ritenuto uno dei gruppi di mercenari più preparati e feroci del mondo. Da quando è nato è stato più volte accusato da organizzazioni internazionali di crimini di guerra. Nel 2021 l’Unione Europea una serie di misure restrittive verso il gruppo e nei confronti di otto persone e tre società a esso collegate.
Il nome trae ispirazione dall’ammirazione di Dmitry Valeryevich Utkin, leader e fondatore del gruppo, per Richard Wagner e per la sua opera L’anello del Nibelungo. Una passione che Utkin (classe 1970 e nato ad Asbest, nella Russia siberiana,) ha ereditato essendo un convinto ammiratore di Adolf Hitler ed Heinrich Himmler, il fondatore delle SS.
Il leader dei mercenari sfoggia diversi tatuaggi con simboli nazisti al pari di altri membri del gruppo Wagner. Tali militari hanno anche sposato l’idea del neopaganesimo russo che incensa il passato precristiano del popolo dei Rus (il popolo di origine scandinava che nel Medioevo viveva tra Ucraina, Bielorussa e Russia occidentale).
Nonostante la stampa internazionale dia per scontato che il gruppo Wagner combatta per Putin, non ci sono prove a certificare il rapporto. È sicuro però che nel 2018 Utkin prese parte a un evento in cui il presidente russo omaggiò i reduci della guerra in Siria. Quel giorno furono celebrati “militari e civili che hanno dimostrato particolari coraggio ed eroismo”. A organizzare la manifestazione fu Yevgeny Prigozhin, “lo chef di Putin”, in quanto proprietario della società di catering che organizza tutti gli eventi di stato con protagonista il presidente.
Il gruppo Wagner, tra i primi compiti, ebbe quello di operare in Crimea, nel 2014, quando diede manforte all’esercito russo nel conquistare la penisola. Dopodiché i mercenari si trasferirono a Luhansk, dove si unirono alle forze insurrezionaliste filorusse che dal 2014 lottano per saldare la Russia la regione dell’Ucraina orientale.
Il corpo militare guidato da Utkin non avrebbero combattuto soltanto contro i soldati ucraini ma anche contro le forze separatiste che spingevano per l’indipendenza della regione sia da Kiev sia da Mosca, così da provare a garantire a Putin il controllo dell’area.
Circa 5mila uomini del gruppo hanno poi combattuto in Siria, al fianco delle forze del presidente Bashar al Assad. Secondo l’Economist i mercenari hanno avuto un ruolo fondamentale nella riconquista nel 2017 di Palmira, che era finita nelle mani dell’ISIS.
Un’altra zona in cui ha operato il gruppo è stata la Libia, dove i mercenari hanno dato aiuto alle milizie di Khalifa Haftar. Nell’agosto del 2018 la BBC ha pubblicato un’inchiesta sui mercenari Wagner e i loro rapporti con il Cremlino. Il reportage ha preso avvio dopo il ritrovamento di un tablet Samsung abbandonato da un militare. Tra i video carpiti dal tablet, c’erano immagini e video che testimoniavano sia i crimini dei mercenari sia il collegamento con ufficiali dell’esercito russo.
In molti paesi dell’Africa, come sostiente Sergey Sukhankin, esperto dell’International Centre for Policy Studies di Kiev e della Jamestown Foundation, i soldati del gruppo Wagner sono inviati a protezione delle miniere di diamanti e di metalli preziosi. Medesimo compito lo svolgono in Siria dove proteggono oleodotti e impianti petroliferi.
I miliziani Wagner nel 2019 erano nel Mozambico settentrionale per combattere contro i jihadisti, ma l’operazione si rivelò fallimentare. La loro presenza è stata poi ravvisata anche nella Repubblica Centrafricana, dove hanno aiutato gli uomini del presidente Faustin-Archange Touadéra nella guerra contro le forze ribelli.
Hanno svolto delle operazioni anche in Mali, dove affiancano le forze governative contro i jihadisti del Sahel. Secondo un rapporto dell’Onu, i mercenari avrebbero partecipato, con i soldati maliani, all’assassinio di molti civili cosparsi di benzina e bruciati vivi.