Putin potrebbe non arrivare a mangiare il panettone. Come accade nel calcio a molti allenatori. È entrato nella fase più critica della psicosi da accerchiamento che prende i dittatori in caduta libera.
Arresta a raffica, anche uomini fino a ieri suoi consiglieri. Non c’è più un dissidente ufficiale libero. Dopo averlo arrestato, ha spedito il portiere della nazionale di hokey, Ivan Fedotov in un ospedale militare li dove finisce il mondo e dove è vietato l’arrivo di giornalisti e legali. Intellettuali, artisti, giornalisti, scienziati, o sono fuggiti o morti o in carcere o in manicomio.
I generali superstiti li cambia come fossero figurine Panini. A Gazprom ogni settimana c’è un funerale. Ora ha pensato di far hi alzare da 12 a 20 anni la pena per chi tradisce.
E nella Russia di Putin se sei un oppositore, o sei corrotto (parla lui di corruzione…) o tradisci. Una di queste due accuse non si nega a chi è con la schiena dritta. I russi intanto si impoveriscono.
Nelle periferie dell’impero crescono le vedove e le madri sono incazzate. In Ucraina, Vladimir ha perso più di 37mila giovani disgraziati, messi al fianco di criminali ceceni e mercenari d’ogni risma. E ha 200mila uomini sul campo e non bastano. Putin lo sa, ma i russi non vogliono più partire alla guerra e se lo zar proclamasse la mobilitazione nazionale, oltre a decretare un fallimento e certificare una grande bugia, potrebbe avere una reazione dalle conseguenze imprevedibili. È il dubbio di queste ore.
Gli ucraini si difendono in 700mila, hanno la grande motivazione di dover respingere l’invasore e difendere la libertà. Paradosso della storia e della storia russa: fu questa degli ucraini la motivazione dell’Unione Sovietica contro Hitler, quello che arrivò con quella svastica così simile alla Z.