Natalya Vovk, la donna ucraina accusata dai servizi di intelligence russi di essere l’esecutrice dell’attentato in cui è morta Daria Dugina, la figlia di Aleksander Dugin, non sarebbe stata membro del battaglione Azov (classificato come organizzazione terroristica in Russia) ma dell’esercito ucraino. Lo sostiene un uomo presentato come il padre della Vovk in una intervista video pubblicata da Ria Novosti e ripresa da vari media russi. Negli stralci pubblicati non si vede il volto dell’uomo e non viene fornito un nome.
Natalya Vovk “non ha prestato servizio ad Azov, mi pare prestasse servizio nelle forze armate ucraine. Poi ha chiuso, ha lasciato”, dice l’uomo, che sostiene di avere sentito la figlia l’ultima volta tre o quattro giorni fa. “Una conversazione, tipo: Come stai? Lei dice: tutto bene, tutto bene. Ha chiamato via internet, Skype o qualcosa del genere. Ha detto che era in Lituania”.
Ieri il Servizio Federale di Sicurezza russo (Fsb) ha indicato Vovk come esecutrice materiale dell’attentato in cui è rimasta uccisa nella notte tra sabato e domenica Daria Dugina. Una attribuzione di colpevolezza per ora non vidimata dagli inquirenti della procura generale e che ha fatto sorgere molti interrogativi per i tempi e le modalità.
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