Oscurantismo e repressione, proprio come vogliono le teocrazie. Le forze di sicurezza iraniane hanno aperto il fuoco su una folla di manifestanti in lutto per la morte della 22enne Mahsa Amini, picchiata a morte dalle guardie islamiche per non aver coperto i capelli in modo appropriato con l’hijab, il velo islamico.
Secondo Hengaw, un’organizzazione che monitora la situazione dei diritti umani in Iran, almeno 13 persone (tra cui due minori e tre donne) sono rimaste ferite, una delle quali sarebbe in condizioni critiche, dopo che la polizia antisommossa ha aperto il fuoco e lanciato gas lacrimogeni vicino l’ufficio del governatore della citta’ curda di Saghez, dove viveva Mahsa. Secondo l’organizzazione non governativa, i funzionari della sicurezza avrebbero voluto che la sepoltura della ragazza si svolgesse nella notte di venerdì per evitare proteste, ma i familiari si sono opposti. Durante le esequie alcuni presenti hanno urlato «Morte al dittatore», in riferimento all’ayatollah Ali Khamenei, la guida suprema iraniana, e molte donne si sono tolte il velo sfidando la sharia iraniana, o legge islamica, imposta dopo la rivoluzione del 1979.
Le proteste hanno ricevuto una blanda copertura mediatica da alcuni organi di stampa filogovernativi, tra cui l’agenzia di stampa «Fars», affiliata al Corpo dei guardiani della rivoluzione islamica.
«Le manifestazioni si sono placate dopo l’utilizzo dei gas lacrimogeni da parte delle forze di polizia», ha riferito l’agenzia. In precedenza, «Fars» aveva sostenuto la tesi che la donna fosse deceduta per un infarto e che soffrisse di epilessia. Gli esami per stabilire le cause esatte del decesso sono ancora in corso e saranno sottoposti all’attenzione della magistratura, che ha aperto un’inchiesta. L’ospedale di Kasra, dove Mahsa era stata ricoverata in terapia intensiva, ha riferito che la pazienta era arrivata già in stato di morte celebrale.
Mahsa è stata dichiarata morta venerdì 16 settembre, due giorni dopo essere entrata in coma dopo il suo arresto. La polizia ha negato le accuse di tortura e ha collegato la sua morte a un «improvviso attacco di cuore».
Un filmato diffuso dalla tv di Stato iraniana mostra quella che sembrerebbe Mahsa Amini accasciarsi a terra mentre negoziava il suo rilascio. Tuttavia, le immagini della ragazza costretta a letto, con occhi neri gonfi e macchie di sanguinamento dalle orecchie, sembrano invece confermare l’ipotesi del pestaggio. La morte della ragazza ha suscitato reazioni anche da parte di alcuni settori del clero iraniano.
«Qualunque sia la causa della morte di Mahsa Amini, chi è dietro questa tragedia dovrebbe essere ritenuto responsabile», ha annunciato l’Associazione dei chierici combattenti in una nota. L’episodio ha spinto molte donne iraniane a condividere le loro esperienze personali con la brutalità della «polizia morale» iraniana.