Ben Wallace, rispettato ministro della Difesa britannico, si è chiamato fuori stamattina dalla corsa per la successione a Liz Truss come leader Tory e futuro primo ministro del Regno Unito. Corsa nella quale ha detto di essere «orientato» a sostenere invece l’opzione di un ritorno in sella di Boris Johnson, a patto che l’ex premier «risponda» in modo convincente ad «alcuni interrogativi» rimasti aperti in relazione al cosiddetto scandalo del Partygate e ad altre vicende che sono state alla base delle dimissioni impostegli obtorto collo tre mesi fa.
I laburisti: il ritorno di Boris Johnson sarebbe una farsa
L’opposizione laburista britannica inizia a prendere sul serio l’ipotesi di un ritorno lampo di Boris Johnson, autoproclamatosi «Cincinnato», sulla poltrona di leader Tory e premier britannico dopo l’effimera parentesi di Liz Truss. E spara a zero su questo scenario nelle interviste televisive mattutine concesse dal leader Keir Starmer e dalla vice-leader Angela Rayner; mentre sui media si parla già di contatti fra BoJo e il suo rivale interno numero uno, Rishi Sunak, verso una potenziale ricucitura e magari un ticket unitario.
«Boris Johnson è stato giudicato inadeguato al ruolo di premier dalla stessa maggioranza Tory solo 3 mesi fa», quando fu costretto a dimettersi, ha tuonato Starmer in queste ore. Un suo ritorno in scena sarebbe «il miglior argomento in favore delle elezioni anticipate», ha aggiunto, insistendo su questa richiesta come un epilogo necessario a suo dire a breve per uscire «dal caos» e dare risposte alla crisi.
Sulla stessa lunghezza d’onda la sua vice, secondo la quale la nuova partita sulla leadership in casa Tory, al via con regole modificate da lunedì, è solo un disperato tentativo «alla cieca». I conservatori «sono conigli che cercano di rintanarsi» per rinviare l’appuntamento con il ritorno al voto e con il responso popolare, ha tagliato corto Rayner.
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