Midterm, Biden esulta: "L'onda repubblicana non c'è stata, bella giornata per la democrazia"

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è detto soddisfatto delle elezioni di Midterm che non hanno prodotto l'ondata repubblicana temuta e hanno visto la tenuta dei democratici

Midterm, Biden esulta: "L'onda repubblicana non c'è stata, bella giornata per la democrazia"
John Fetterman, Joe Biden e Barak Obama
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9 Novembre 2022 - 18.20


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L’onda repubblicana non c’è stata. E la Casa Bianca esulta.  Quella di ieri è stata «una bella giornata per la democrazia e per l’America»: così il presidente Joe Biden ha commentato il voto di midterm. «La nostra democrazia negli anni recenti è stata sottoposta a delle prove, ma attraverso il voto con cui gli americani hanno parlato abbiamo mostrato ancora una volta chi siamo», ha aggiunto. 

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Anche se lo spoglio dei voti non è ancora concluso, la «gigantesca ondata rossa non c’è stata», ha proseguito Biden, sottolineando che nelle operazioni di voto «non sembrano esserci state interferenze». La gente, ha proseguito, ha detto «chiaramente» quali sono le sue preoccupazioni, a cominciare dall’economia e dall’inflazione. Ma gli elettori hanno anche mandato un «messaggio chiaro» sul loro desiderio di «preservare la democrazia».

 «Il popolo americano ha parlato e questo dimostra che siamo una democrazia», ha ribadito Biden, sottolineato che «non ci sono state interferenze» nel voto. Il presidente ha poi riconosciuto che ogni seggio perso è «doloroso», ma ha fatto notare che il suo partito «ha perso meno seggi alla Camera dei Rappresentanti che con qualsiasi altro presidente democratico in un’elezione di metà mandato negli ultimi 40 anni».

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E poi: «Gli elettori hanno detto chiaramente che sono ancora frustrati. Lo capisco. Capisco che sono stati anni davvero difficili per molte persone in questo Paese».

I risultati

A poche ore dalla chiusura dei seggi per le elezioni di Midterm, i repubblicani avanzano lentamente verso la conquista della Camera mentre il Senato resta in bilico, appeso a sfide ancora testa a testa come quelle in Pennsylvania tra il vice governatore dem John Fetterman e il chirurgo Mehmet Oz e in Georgia tra il reverendo dem Rafael Warnock e l’ex campione di football Herschel Walker.

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Per ora però non si è materializzata quell’ondata rossa in cui sperava il Grand Old Party e i democratici sembrano aver evitato almeno la catastrofe.

Secondo gli ultimi dati aggiornali, il partito dell’Elefante ha strappato sei seggi alla Camera (solo 1 i dem), mentre nella Camera alta è parità (46 a 46 con 8 Stati ancora da assegnare).

Si teme che occorrerrano forse giorni per avere i risultati finali, mentre incombe il rischio di un nuovo caos e di nuove cause, come quelle che hanno minacciato i repubblicani. 

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A sollevare i primi sospetti è stato Donald Trump  dopo una serie di problemi tecnici verificatisi in due stati in bilico, Arizona e  Michigan. “Sta accadendo la stessa cosa che successe nel 2020 con i brogli elettorali?”,  ha chiesto sul suo social Truth, puntando il dito contro le disfunzioni a Detroit e nella contea di Maricopa (che comprende Phoenix), dove e’ stato respinto un ricorso del Grand Old Party per posticipare la chiusura dei seggi.

Il tycoon attende comunque di misurare la sua presa sul  partito con le vittorie dei suoi candidati. E se gli è andata bene in alcuni duelli, come con il finanziere-scrittore JD
Vance, salito alle cronache per il suo libro divenuto poi un film su Netflix ‘Hillbilly Elegy’, in Pennsylvanya ha preso un sonoro ceffone con la  sconfitta del suo alleato (negazionista) Doug Mastriano, battuto dall’attorney general dem Josh Shapiro nella corsa a governatore. Il partito dell’Asinello vince la gara per il governatore anche nei feudi della California con Gavin Newsom (come previsto) e di New York con Kathy Hochul (tra qualche difficoltà), ma la perde in Georgia con Stacey Abrams, sconfitta per la seconda volta da Brian Kemp (un repubblicano ostile a Trump). Un flop in serie che si aggiunge a quello di Beto O’Rourke nella corsa in Texas  per il Senato, terza debable consecutiva in 4 anni.

Tanti i primati di questa tornata elettorale: tra gli altri la dem Maura Healey, prima donna e  prima candidata apertamente gay ad essere eletta governatrice del Massachusetts, il dem Wes Moore primo governatore afroamericano del Maryland, il 25enne Maxwell Alejandro Frost primo membro della generazione Z ad ottenere un posto al Congresso, tutti del partito democratico.

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Sono oltre 140 finora i repubblicani negazionisti dei risultati delle elezioni presidenziali del 2020 che hanno conquistato seggi al Congresso e ruoli chiave, in alcuni casi di supervisione di prossimi votazioni, nelle Midterm. Erano quasi 300 i repubblicani negazionisti in corsa.

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