Nell’immaginario collettivo «l’onda corruttiva può avere effetti devastanti in termini di immagine e di credibilità anche su organizzazioni non direttamente coinvolte come tali».
Lo dice l’ex segretario della Cgil Sergio Cofferati, commentando il Qatargate. «Siamo davanti a fatti molto gravi e parlo di quelli accertati. La corruzione è sempre da condannare, qualunque sia l’obiettivo di chi la pratica e non è mai giustificabile».
In questo caso «è servita a fornire un’immagine positiva a soggetti di un Paese dove latita la democrazia e dove sono state calpestate la dignità e i diritti di tante persone – aggiunge -. La corruzione, a quanto risulta, sarebbe servita a «cancellare» i peggiori reati, visto che in Qatar sono stati calpestati diritti fondamentali». La sorpresa per il coinvolgimento di Antonio Panzeri, che è stato in passato anche responsabile delle politiche europee della Cgil «è stata molto grande. La sofferenza pure. Anche perché se non c’è una responsabilità dell’organizzazione, l’effetto-immagine che si trasmette, comunque, è alto». Ora «dobbiamo rafforzare il Parlamento come luogo di democrazia sovranazionale e riscrivere i Trattati per andare nella direzione che ci avevano indicato i padri fondatori e dove non siamo mai arrivati». Sarebbe «molto importante, e urgente, regolare il rapporto tra il Parlamento e le lobby, in particolare rendendo trasparenti i collegamenti».
Da parte della sinistra, sui fatti «è stata espressa una giusta condanna, ma sinora con troppa cautela – sottolinea Cofferati – In questa occasione sono stati colpiti i valori costituzionali che la sinistra e sindacati hanno sempre cercato di praticare».