Ultimamente quando si parla di affari che ruotano intorno alla politica esce fuori il nome di Massimo D’Alema, che sta fuori dal parlamento da quasi dieci anni, che non ha ruoli attivi ma certamente per la sua storia ha una certa influenza.
Le persone coinvolte nel Qatargate «hanno una storia tale per cui non si può che rimanere colpiti e addolorati. Condivido l’intransigenza di Roberto Speranza e del Pd. Non trovo però accettabile che si prenda questa vicenda e la si usi come una clava per demolire una storia e una classe dirigente, facendo confusione tra cose che sono totalmente non assimilabili tra loro».
Lo dice l’ex premier Massimo D’Alema in un’intervista al Corriere della Sera.
«Panzeri e Cozzolino «sono persone che conosco da anni e che ho stimato. Nel caso di Panzeri parliamo dell’ex segretario della Camera del Lavoro di Milano. Una figura con una storia sindacale importante alle spalle, non certo l’assistente di D’Alema» spiega.
Rispetto allo scandalo, «non avrei mai potuto sospettare una cosa del genere e infatti la trovo un’indecenza, che merita una riposta ferma in difesa del Parlamento europeo – aggiunge -. Devo dire che ho molti dubbi sul fatto che questo tipo di pressioni abbia impedito all’Europa di prendere le sue decisioni». Comunque sia, «anche soltanto il tentativo di condizionare le istituzioni attraverso un’opera corruttiva è inaccettabile».
D’Alema è d’accordo con il vicesegretario del Pd Provenzano nell’essere contro porte girevoli tra politica e attività economica, «io però non faccio né l’affarista né il lobbista. Da diversi anni ho un’attività di consulenza prima di avviare la quale, è agli atti, ho scritto al segretario Speranza una lettera di dimissioni dagli organismi dirigenti di Articolo 1 – sottolinea -. Non ci sono nel mio caso porte girevoli; ma diverse stagioni nella vita che devono essere scandite da un rigido principio di incompatibilità. Io le ho scandite».
D’Alema si dice stanco di «leggere certe menzogne» su di lui, «infatti mi sono rivolto agli avvocati per discutere della questione nelle sedi preposte. È falso, tanto per dirne una – ribadisce – che io abbia fatto da mediatore nella vendita di armi o che abbia truffato il governo italiano con ventilatori difettosi».