Un provocatore, che è perfino ministro della sicurezza ma è il primo incendiario pronto a provocare una nuova ondata di violenza contro i palestinesi con l’arroganza tipica del nuovo fascismo israeliano che si è raggruppato intono a Netanyahu.
Il nuovo governo israeliano «non cederà alle minacce di Hamas». Lo ha dichiarato il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, al termine della sua contestata visita sulla Spianata delle Moschee/Monte del Tempio a Gerusalemme. Parole sprezzanti che dimostrano la pericolosità di questo governo ultra-tradizionalista e di estrema destra.
«Il Monte del Tempio è il luogo più importante per il popolo ebraico», ha affermato il politico di estrema destra, il cui pellegrinaggio – contestato dai palestinesi – già sta portando il paese sull’orlo di un nuovo conflitto. «Manterremo la libertà di movimento per i musulmani ed i cristiani», ha proseguito il ministro, aggiungendo che «gli ebrei scaleranno la montagna». Poi rivolgendosi indirettamente a Hamas, Ben Gvir ha sottolineato che «coloro che ci minacciano saranno affrontati con il pugno di ferro».
La visita del ministro è diventata un caso politico in Israele. L‘ex primo ministro Yair Lapid, ora a capo dell’opposizione, l’aveva definito una «provocazione che porterà alla violenza e avrà un costo di vite umane». Hamas aveva preannunciato violente proteste.
L’ira dei palestinesi
Una sfida seria per i sentimenti di tutto il nostro popolo palestinese». Così il premier Muhammad Shtayyeh ha definito «l’assalto di questa mattina alla moschea di Al-Aqsa» da parte del ministro israeliano Itamar Ben Gvir.
«Tali incursioni – ha aggiunto, citato dalla Wafa – mirano a trasformare la moschea di Al-Aqsa in un tempio ebraico, il che costituisce una violazione di tutte le norme, valori, accordi e leggi internazionali e degli impegni di Israele nei confronti del presidente americano». Shtayyeh ha detto di «ritenere il governo israeliano responsabile delle ripercussioni dell’aggressione al popolo palestinese».
La protesta della Giordania
Il ministero degli Esteri della Giordania, la cui famiglia reale è custode dei luoghi sacri di Gerusalemme, ha condannato con la «massima fermezza» la visita del ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, sulla Spianata delle Moschee/Monte del Tempio.
Secondo il portavoce Sinan Majali, citato dall’agenzia di stampa Petra, la visita è «una violazione della sacralità» della moschea di Al-Aqsa e rappresenta «una flagrante e inaccettabile violazione del diritto internazionale e dello status quo storico e legale di Gerusalemme e dei suoi luoghi sacri».
Il portavoce ha quindi messo in guardia dal rischio «escalation» e ha esortato la comunità internazionale ad agire subito per impedirla, aggiungendo che Israele è «pienamente responsabile delle gravi conseguenze» di questo gesto.
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