Guerra in Ucraina, Natale di sangue. «Quest’anno, quando nel cielo ucraino il nemico con i suoi missili e le sue bombe sta cercando di oscurare il bagliore della stella di Natale, dovremmo prestare attenzione non al calendario, non ai fenomeni astronomici, ma al fatto che Cristo è venuto oggi per essere nato nel corpo dell’Ucraina martoriata, crocifissa e ferita. Forse suona paradossale, ma la nostra vittoria in questa guerra non avverrà con la forza dei potenti di questo mondo, ma con la potenza del Figlio di Dio appena nato».
È quanto afferma il Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk, nel messaggio di Natale che i cattolici di rito bizantino celebrano oggi.
«Celebrare il Natale significa non avere paura della gioia celeste in mezzo a un mare di lacrime e di sangue. Far entrare la gioia del Natale nei nostri cuori è garanzia della nostra stabilità e invincibilità, della nostra capacità di superare tutte le sfide della vita», prosegue monsignor Shevchuk. «Ora, durante la guerra, dobbiamo celebrare il Natale nel modo più che mai solenne e aperto, cantando con gioia sia in casa e nelle chiese parrocchiali sia per le strade dei nostri paesi e villaggi», è l’appello dell’arcivescovo maggiore di Kiev.