Le Soir: "Viaggi pagati da Stati stranieri per 140 eurodeputati"

Da un'inchiesta del quotidiano belga Le Soir emerge che agli uffici del Parlamento europeo sono state depositate circa 328 dichiarazioni di viaggi dall'inizio della legislatura.

Le Soir: "Viaggi pagati da Stati stranieri per 140 eurodeputati"
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14 Febbraio 2023 - 19.53


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Unica avvertenza: non fare di tutta l’erba un fascio perché gli europarlamentari che hanno avuto un viaggio pagato molte volte erano impegnati in attività funzionali al loro incarico.

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 India e Israele sono le due destinazioni che spiccano per numero di viaggi compiuti dagli europarlamentari a spese di Paesi extra-Ue. 

Da un’inchiesta del quotidiano belga Le Soir, una delle testate che hanno rivelato maggiori dettagli sull’indagine Qatargate, emerge che agli uffici del Parlamento europeo sono state depositate circa 328 dichiarazioni di viaggi dall’inizio della legislatura.

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 Secondo Le Soir, oltre una su quattro (il 27,1%) è stata presentata in ritardo. «Difficile non vedere un effetto post-Qatargate, scoppiato il 9 dicembre, tanto più che il 66% delle dichiarazioni degli ultimi due mesi sono state presentate fuori termine, a volte con oltre mille giorni di ritardo», ha fatto notare il quotidiano belga. 

Tuttavia 565 eurodeputati, circa l’80% dell’Aula, non hanno ancora dichiarato alcuna trasferta `sponsorizzata´ da altri Paesi. 

Secondo le regole del Parlamento europeo, chi dichiara i viaggi pagati da terzi in ritardo dovrebbe andare incontro a sanzioni. Ma dall’inizio della legislatura nessun europarlamentare che ha dichiarato i viaggi sovvenzionati in ritardo ha subito misure sanzionatorie. Non mancano anche le dichiarazioni incomplete: sei eurodeputati, ad esempio, non hanno specificato che il volo che gli era stato offerto era in business class. 

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Ogni eurodeputato – ricorda inoltre Le Soir – può beneficiare di rimborsi fino a 4.716 euro l’anno per spese di viaggio sostenute «per scopi diversi dalle riunioni ufficiali, ad esempio per partecipare a un convegno o fare una riunione di lavoro».

L’inchiesta del quotidiano belga divide quindi gli eurodeputati che hanno dichiarato i viaggi per categorie. Il numero uno dei «frequent flyer» è l’ecologista tedesco Reinhard Butikofer con ventidue viaggi dall’inizio della legislatura in tredici Paesi diversi. 

Presidente della delegazione per i rapporti con la Cina, Butikofer segue vari dossier internazionali. «Ma qui non si tratta di missioni ufficialmente svolte (e finanziate) dall’assemblea», si legge nell’inchiesta firmata da Martine Dubuisson. 

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Poi ci sono i «ritardatari». «In questa classifica, Katarina Barley è al primo posto» visto che «la deputata socialista tedesca ha presentato fuori dai termini dieci delle sue tredici dichiarazioni». Tra gli «strani viaggiatori» viene citato Radoslaw Sikorski, deputato polacco del Partito popolare europeo, «che si è recato, dal 2019, due volte negli Emirati Arabi Uniti e una volta negli Stati Uniti per gli incontri del Sir Bani Yas Forum». 

Come precisato nelle dichiarazioni di interessi, «il deputato viene pagato da questo stesso Forum poco più di 90 mila euro l’anno» anche se «nulla vieta il secondo lavoro ai parlamentari a patto che ne dichiarino gli emolumenti». 

Ci sono infine gli «osservatori elettorali» che naturalmente svolgono un importante lavoro di monitoraggio delle elezioni in Paesi che non brillano certamente per trasparenza. Ma oltre alla peculiarità che questi viaggi sono stati pagati dai Paesi teoricamente oggetto della missione,

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 Le Soir ha notato altre stranezze, come gli otto europarlamentari di estrema destra che si sono recati in Crimea o in Kazakistan e ai quali successivamente è stato vietato per il resto dell’anno di svolgere missioni di osservazione elettorale. Altri tre eurodeputati, questa volta di estrema sinistra, sono stati sanzionati dopo aver svolto missioni di osservazione in Ecuador o in Venezuela. 

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