Anche nel paese baltico tra i più esposti agli appetiti di Mosca la situazione è complicata
Si vota in Estonia per il terzo e ultimo giorno consecutivo: è attesa una vittoria della premier liberale e centrista, Kaja Kallas, che però teme un rafforzamento dei nazionalisti di estrema destra contrari alle spedizioni di armi in Ucraina. I seggi chiuderanno alle 19:00 ora italiana e i risultati sono attesi in serata.
Kallas, del Partito Riformista, è favorita, secondo i sondaggi, ma potrebbe aver bisogno di formare una coalizione per rimanere al potere. Gli analisti ritengono probabile una riedizione dell’attuale coalizione con i socialdemocratici e i conservatori dell’Isamaa, il Partito della Patria.
Ma teme l’avanzata del principale partito di opposizione, il Partito popolare conservatore Ekre di estrema destra, che però ha perso terreno dopo che sono emersi legami con la Russia.
Membro della Nato e dell’Unione Europea, il Paese guidato da Kallas ha chiesto fin dall’inizio dell’invasione russa un anno fa il sostegno militare internazionale per l’Ucraina. Gli aiuti militari inviati dall’Estonia all’Ucraina rappresentano oltre l’1% del PIL del paese, è il più sostanzioso contributo al mondo rispetto alle dimensioni della sua economia.
Secondo il leader di Ekre, Martin Helme, l’Estonia non dovrebbe «esasperare ulteriormente le tensioni» con la Russia. Ekre si oppone all’ulteriore spedizione di armi a Kiev e anche all’arrivo di rifugiati, compresi gli ucraini, perché pretende di proteggere i lavoratori estoni. Le elezioni si svolgono in un contesto economico difficile, con un tasso di inflazione tra i più alti dell’Unione Europea, che a gennaio ha raggiunto il 18,6% su base annua.