Benvenuti alla fiera delle bufale. Se non fosse per il dolore e la rabbia che provocano le stragi di innocenti che si susseguono nel Mediterraneo, ci sarebbe materiale a gogò per sceneggiare una commedia degli orrori. Quelli inanellati da ministri e vice premier del governo Meloni.
Ultima in ordine di tempo è la bufala della guerra ibrida.
Super bufale
Ne scrive Dario Prestigiacomo per EuropaToday: “La Commissione europea ridimensiona il legame tra la crisi dell’immigrazione e le operazioni in Africa del Gruppo Wagner, la compagnia di mercenari della Russia, che secondo il ministro della Difesa Guido Crosetto starebbe portando avanti una strategia di “guerra ibrida” per spingere sempre più migranti in Italia e punirla per il suo sostegno all’Ucraina. “Cosa causa la migrazione è il fatto che in Paesi di origine e di transito è necessario costruire le condizioni per una vita migliore” ed “evitare che le persone affidino la propria vita ai trafficanti. Wagner o no, questo è qualcosa di accessorio. La causa della migrazione è che le persone fuggono da guerre e persecuzioni o scappano per una vita migliore”, è stato il commento del vice presidente della Commissione Ue Margaritis Schinas rispondendo a chi, in conferenza stampa, gli ha chiesto se Bruxelles condivide le preoccupazioni del governo italiano sulla Wagner. “Noi dobbiamo lavorare con i Paesi di origine e di transito – ha continuato Schinas – ed è uno degli elementi cruciali della nostra strategia, affrontare le cause delle rotte migratorie. Il 10% dei nostri finanziamenti esterni viene indirizzato a dossier connessi alle migrazioni. Abbiamo mobilitato tutti i membri del collegio dei commissari, io sto pianificando una missione in Egitto. Non credo serva perdere tempo sulle cause accessorie delle rotte migratorie”, ha insistito Schinas.
Ieri Crosetto aveva imputato “l’aumento esponenziale” delle partenze in Italia a “una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi africani”. Un problema “evidenziato dagli addetti ai lavori e un’allerta in questo senso era già giunta dai servizi come dal Copasir”, ha aggiunto il ministro della Difesa. Parole a cui aveva prontamente replicato il capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, che rivolgendosi a Crosetto ha detto: “Dovrebbe guardare meno in altre direzioni e occuparsi dei suoi problemi, che probabilmente non è riuscito a risolvere. Noi non siamo al corrente di ciò che sta succedendo con la crisi migratoria, non ce ne occupiamo, abbiamo un sacco di problemi nostri di cui occuparci”.
Smemorati di governo
Racconta Il Fatto Quotidiano: “Era l’epoca in cui il conto lo faceva alla rovescia, aspettando il voto che lo ha riportato al governo. Lo scorso 29 luglio, Matteo Salvini si era alzato di buon mattino e, dopo aver letto La Repubblica, si era precipitato a Twitter: “Per la sinistra sarebbe Putina spingere i barconi pieni di clandestini verso l’Italia. Siamo alle comiche, la paura di perdere la poltrona fa brutti scherzi! Spoiler: la colpa è del Pd e di Lamorgese”, aveva scritto postando la pagina del quotidiano nel quale si rilanciava un alert dell’intelligence: “L’arma dei migranti sul voto. I barconi spinti in Italia dai mercenari della Wagner”. Il countdown verso le urne segnava -58 giorni. Adesso che è ministro dei Trasporti e fa il conto del numero dei giorni da cui si è seduto su quella poltrona, Salvini tace ma quello stesso allarme dei servizi sulla possibile guerra ibrida combattuta dai mercenari del gruppo Wagner di Yevgeny Prigozhindiventa un’arma del suo governo per provare a uscire dall’angolo in cui si è ritrovato dopo la strage di Steccato di Cutro e le migliaia di arrivi degli ultimi giorni che hanno portato il totale da inizio anno a 20.017 persone, di cui 9.456 nel solo mese di febbraio, contro le 6.152 del 2022.
“Mi sembra che ormai si possa affermare che l’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi Africani”, è stato il messaggio lanciato dal ministro della Difesa Guido Crosetto. Gli ha fatto eco il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Molti migranti arrivano da aree controllate dal gruppo Wagner. Non vorrei ci fosse un tentativodi spingere migranti verso l’Italia”. Simil refrain della presidente del Consiglio: “Più persone partono, più persone si mettono nelle mani di cinici trafficanti e più c’è il rischio che qualcosa vada storto: non credo che questo possa mai essere il modo giusto, umano e responsabile di affrontare questa vicenda. Forse sarebbe più facile mettere la testa sotto la sabbia, lasciare che siano dei mafiosi a decidere chi deve arrivare da noi, lasciare che arrivi da noi solo chi ha soldi per pagare quei mafiosi, lasciare che in Africa continuino a prendere piede i mercenari della Wagner e i fondamentalisti”, ha detto Giorgia Meloni lunedì.
Un bel ricicciare ciò che solo alcuni mesi fa veniva bollata come una “comica”, un’arma elettorale. Un allarme inesistente per nascondere i veri colpevoli: cioè la ministra dell’Interno e il Pd. Adesso invece è Crosetto a replicare ad Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, che aveva parlato di “insinuazioni” fatte “senza vergogna” sottolineando che l’allarme è noto al Copasir e ai servizi segreti. Del resto, già in estate, il deputato dem Enrico Borghi, allora membro dell’organo parlamentare di vigilanza sugli 007, aveva detto al The Telegraph: “Non dovrebbe sorprendere nessuno che il Gruppo Wagner sia coinvolto nella competizione elettorale in Italia”. La Russia di Putin, aveva sottolineato, “sta cercando di influenzare le elezioni nel nostro Paese”. Insomma, il possibile coinvolgimento della Wagner è questione nota da tempo e anche nel centrosinistra, qualche mese fa, si dava credito alla possibilità che i mercenari dello “chef” di Putin utilizzassero le migliaia di migranti presenti in Libia come “arma” sul voto.
Lo scenario quindi non sembra essere repentinamente cambiato e diversi analisti mettono in ogni caso in dubbio la ricostruzione fornita dal governo, sottolineando come al momento non vi siano ‘prove’ di un reale impatto del gruppo.
E gli allarmi dei servizi di diversi Paesi, oltretutto, vanno avanti da anni. Nel 2019 il mensile statunitense U.S. News&World Report, citando un funzionario del Dipartimento di Stato sotto anonimato, spiegava come gli Usa fossero “preoccupati” per il ruolo della Wagner al fianco di Khalifa Haftar. E il giornale spiegava come, nel tempo, la loro presenza avrebbe potuto influire anche sul flusso di migranti all’interno di una strategia per destabilizzare l’Unione europea. Lo scorso febbraio è stata invece l’Associated Press a riportare gli sforzi sotterranei della presidenza Biden per “espellere” i mercenari di Prigozhin da Sudan e Libia. E in ogni caso a Bruxellesrestano scettici: il coinvolgimento della Wagner è stata definita “qualcosa di accessorio” dal vicepresidente della Commissione Ue Margaritis Schinas rispetto alla vera causa delle migrazioni, cioè la necessità di “costruire le condizioni per una vita migliore” nei Paesi di origine e di transito”.
Della serie “alle bufale non c’è mai fine”. La new entry viene dal Cairo dove è missione il ministro degli Esteri Antonio Tajani, uno dei fan più sfegatati del presidente-carceriere egiziano Abdel Fattah al-Sisi. . Il capo della Farnesina ha riferito di aver discusso della questione “questione migratoria” sulla quale il presidente egiziano ha promesso un rinnovato impegno per fermare l’immigrazione irregolare e ha assicurato un intervento anche sul governo tunisino affinchè argini le migrazioni irregolari. tema caldo in questi giorni per il governo italiano. Già questo basterebbe per entrare nel podio dei “bufalari” di governo. Ma Tajani, che è pure vice premier (con Salvini), fa sapere che nell’incontro col rais egiziano non è mancato un riferimento a problemi “ancora irrisolti” che riguardano i casi Regeni e Zaki, ha riferito Tajani: “Sisi ci ha confermato la volontà dell’Egitto di collaborare con il nostro paese per trovare le giuste soluzioni”.
E qui siamo alla vergogna allo stato puro.
Messaggio a Guerini
Scrive Adnkronos: “Al presidente del Copasir, Lorenzo Guerini, chiederà di essere ascoltato perché “è facile lanciare accuse senza la possibilità di nessun contraddittorio”, ma anche e “soprattutto” perché in Libia “si stanno compiendo gravi violazioni dei diritti umani”. All’indomani della Relazione annuale sull’attività dell’intelligence italiana, in cui un passaggio è dedicato anche alle ong, la cui presenza nelle aree Sar – secondo i servizi – rappresenterebbe un vantaggio per i trafficanti di esseri umani, Luca Casarini, capomissione di Mediterranea Saving Humans, respinge le accuse. “Le bufale degli 007 italiani sulle ong si spiegano da sole – dice all’Adnkronos -: dall’inizio dell’anno, e senza la presenza delle navi di soccorso, sono triplicati gli sbarchi”.
Non solo. “La rotta della tragedia di Cutro, che in quanto a responsabilità chiama in causa il governo – puntualizza Casarini -, non ha mai visto la nostra presenza, eppure ha contato, solo nel 2022, più di 18.000 arrivi”. In quella che il capomissione di Mediterranea non esita a definire “una relazione non di ‘intelligence’ ma politica” non c’è traccia, invece, dell’orrore dei campi di detenzione libici. “Nulla scrivono gli 007 sui lager dove donne, uomini e bambini vengono detenuti tra le più atroci sofferenze: eppure sanno benissimo i nomi dei capi milizia che li gestiscono – accusa Casarini -. Nulla dicono i servizi segreti sui loro rapporti, che conosciamo bene anche noi, con trafficanti di uomini in Libia, come il famigerato Abd al-Rahman Salem Ibrahim al-Milad, noto come al-Bija, che secondo le Nazioni Unite e il Tribunale penale internazionale dovrebbe stare in galera per crimini contro l’umanità e, invece, è alla guida della cosiddetta Guardia costiera libica. Con Bija uomini dei servizi italiani presenti in Libia, ci prendono il caffè”.
Al sottosegretario con delega ai Servizi, Alfredo Mantovano, il capomissione di Mediterranea chiede l’istituzione di una commissione d’inchiesta. “Visto che parla di ‘verità’ solo quando fa comodo al Governo e attraverso una relazione che sembra un volantino di propaganda politica, perché non si esprime sulla richiesta di istituire una commissione d’inchiesta sulla Libia, ong comprese? Così potremmo conoscere le porcherie e le illegalità, la complicità con i trafficanti di esseri umani, dal 2017 a oggi, chi l’ha per davvero”. Già nelle scorse settimane un’altra ong, Open Arms, aveva lanciato una raccolta firme per l’istituzione di una commissione di inchiesta parlamentare utile a documentare quanto accade nel Mediterraneo.
Al presidente del Copasir, invece, il capomissione di Mediterranea chiederà di essere ascoltato. “E’ facile lanciare accuse senza la possibilità di nessun contraddittorio – dice -. Ma, soprattutto, in Libia si stanno compiendo gravi violazioni dei diritti umani, si sta violando la Convenzione di Ginevra con oltre 32.000 respingimenti nel 2022, con catture in mare e deportazioni vietate e disumane, attraverso l’utilizzo di mezzi e logistica a terra e in mare forniti anche dall’Italia. Vogliamo aprire un’inchiesta su questo finalmente? Il presidente del Copasir vorrà ascoltare ciò che scrive il Tribunale penale internazionale su questo? O ci vorrà una nuova Norimberga per giudicare chi continua ad accusarci mentre è complice di crimini contro l’umanità? Abbiano il coraggio i servizi di dire con chi lavorano in Libia, con quali criminali intrattengono rapporti per il petrolio, il gas, i migranti. Questa relazione è solo buona per la propaganda”, conclude.
Presidente Guerini, ci dia retta: ascolti Casarini.
Post scriptum. Sui migranti “la nostra coscienza è a posto”, ha scandito la presidente del Consiglio nel question time alla Camera. La notizia è che i securisti al governo avrebbero, dicono, una coscienza. Per il resto, Giorgia Meloni dimostra la sua indubbia capacità dialettica. Alla fiera delle bufale, è comunque sempre lei la più brava.
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