Una mossa per sparigliare il campo visto che la cappa nera di Putin agisce tramite i partiti filo-russi che non vogliono l’adesione all’Unione Europea ma tornare sotto Mosca.
La presidente della Moldova, Maia Sandu, ha firmato oggi la legge che indica il rumeno come lingua ufficiale, cancellando ogni riferimento ufficiale alla lingua moldava. «Ho promulgato oggi la legge che conferma una verità storica e innegabile: la lingua di stato in Moldova è il rumeno. Voglio che la lingua rumena unisca le persone che vivono qui e amano questa terra», ha scritto Sandu su Facebook.
Chi ha detto per anni che in Moldova si parla il moldavo e non il rumeno «persegue un solo obiettivo: dividerci»- ha sottolineato l’europeista Sandu – questo succede perché quando una nazione è divisa, è più facile soggiogarla e controllarla… chi cerca di dividerci non si preoccupa di linguistica ma di come mantenere la Moldova in stato di perenne litigio”.
L’opposizione ha intanto annunciato di voler ricorrere alla Corte costituzionale contro la legge, approvata in parlamento il 16 marzo. Ex repubblica sovietica di 2,5 milioni di abitanti, stretta fra Romania e Ucraina, la Moldova teme azioni di destabilizzazione da parte di Mosca ed è alle prese da anni con il problema della interno dell’autoproclamata repubblica secessionista filorussa della Transnistria, dove vi sono truppe di Mosca. La Moldova ha ottenuto in giugno lo status di paese candidato dell’Ue.