La repressione senza confini di Putin: un padre single, la cui figlia è stata denunciata per aver fatto un disegno contro la guerra, è stato condannato a due anni di carcere per aver screditato l’esercito.
Alexei Moskalev, 53 anni, non era in tribunale a Yefremov per il verdetto. L’addetto stampa del tribunale ha detto che è evaso dagli arresti domiciliari. “Non so dove sia”, ha dichiarato il suo avvocato Vladimir Biliyenko.
Sua figlia Masha, 13 anni, è stata mandata (o meglio semi-carcerata) in un istituto per bambini all’inizio di marzo, quando è iniziato il processo penale.
Moskalev è stato accusato di aver ripetutamente criticato l’esercito russo sui social media ed era comparso in tribunale il giorno prima.
È solo l’ultimo russo a cui è stata inflitta una pena detentiva per aver screditato l’esercito, ma il suo caso ha attirato l’attenzione internazionale a causa della decisione delle autorità di allontanare la figlia dalla loro casa all’inizio di marzo.
I problemi della famiglia sono iniziati lo scorso aprile, quando la scuola di Masha Moskaleva ha segnalato alle autorità che la bambina aveva disegnato una bandiera ucraina con la scritta “Gloria all’Ucraina”, razzi e una bandiera russa con la frase “No alla guerra!”.
Moskalev è stato definito prigioniero politico dal gruppo per i diritti umani Memorial, a sua volta bandito dalle autorità russe.
Mentre il processo riprendeva martedì a Yefremov, 320 km a sud di Mosca, il suo avvocato ha steso su un tavolo alcuni degli ultimi disegni di animali fatti dalla bambina durante l’affidamento. In una lettera al padre la bambina aveva scritto: “Papà sei il mio eroe”.
Ma in tutta questa storia la vergogna maggiore viene dalle maestre e da alcuni alunni che hanno denunciato la bambina facendo scattare l’indagine che si è conclusa con la condanna del padre e la reclusione di fatto della figlia.