I palestinesi: "Il raid di Israele nella moschea di Al-Aqsa supera tutte le linee rosse"

Così il portavoce del presidente palestinese Mahmoud Abbas, Nabil Abu Rudeineh, ha avvertito Israele che il raid nella moschea di Al-Aqsa «supera tutte le linee rosse e porterà a una grande esplosione».

I palestinesi: "Il raid di Israele nella moschea di Al-Aqsa supera tutte le linee rosse"
Raid di Israele nella moschea di Al-Aqsa
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5 Aprile 2023 - 10.25


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Il governo di estrema destra che è al potere in Israele ha scelto di alzare il livello cdello scontro e di reprimere in maniera brutale i palestinesi a cosato di far scoppiare un altro co flutto.

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Così il portavoce del presidente palestinese Mahmoud Abbas, Nabil Abu Rudeineh, ha avvertito Israele che il raid nella moschea di Al-Aqsa «supera tutte le linee rosse e porterà a una grande esplosione». A Gaza, i gruppi militanti palestinesi Hamas e della Jihad islamica hanno anche invitato i residenti palestinesi di Gerusalemme, della Cisgiordania e di Israele ad andare a radunarsi intorno alla moschea e ad affrontare le forze israeliane.

La condanna di Giordania e Egitto

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Giordania ed Egitto hanno condannato Israele per quella che hanno definito un’aggressione palese da parte della polizia a fedeli che pregavano nella moschea di Aqsa, luogo santo dell’islam nella città vecchia di Gerusalemme.

Nel corso del blitz sono state esplose granate stordenti e colpite con manganelli persone che si trovavano all’interno del luogo di culto. Secondo un bilancio fornito dalla Croce Rossa palestinese, i feriti sono almeno 12, tre dei quali ora ricoverati in ospedale.

Fonti dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) hanno reso noto che la polizia ha effettuato almeno 400 fermi. Le persone colpite dai provvedimenti, secondo informazioni concordanti, si trovano ora nel commissariato di polizia di Atarot, a Gerusalemme est, un’area della città occupata da Israele durante la guerra dei sei giorni del 1967.

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A livello internazionale, la Giordania ha il ruolo di custode dei luoghi santi cristiani e musulmani di Gerusalemme. L’Egitto è invece il primo Paese arabo ad aver sottoscritto un accordo con Israele. Il ministero degli Esteri del Cairo ha denunciato «una palese aggressione» a danno di fedeli che pregavano.

La polizia di Israele ha sostenuto che gli agenti sono stati costretti a fare irruzione nella moschea per via della presenza di agitatori con il «volto mascherato» che si sarebbero barricati all’interno con pietre, bastoni e fuochi di artificio.

In video filmati da persone che si trovavano ad Al Aqsa si vedono agenti armati colpire con manganelli e si sentono urla di persone, anche femminili.

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Dal lato palestinese, il raid è stato condannato sia dal primo ministro dell’Anp, Mohammad Shtayyeh, che da Hamas, il partito politico che governa la Striscia di Gaza.

Secondo il quotidiano Haaretz, a seguito del blitz di Al Aqsa da questa regione palestinese sono partiti 16 razzi in direzione del sud di Israele, in particolare verso le città di Sderot, Erez e Nir Am. I lanci non avrebbero provocato nessuna vittima.

Le forze armate di Tel Aviv hanno poi riferito di aver preso di mira obiettivi a Gaza collegati ad Hamas e un’altra formazione politico-militare, Jihad islamica. Il governo di Israele è guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu, dei conservatori del Likud, alleato con partiti della destra di matrice religiosa.

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