Ucraina, a molte famiglie russe non viene comunicata la morte dei loro cari

Hanno saputo della morte dei loro cari, in guerra, in Ucraina, solo dalle foto delle tombe del cimitero di Novosibirsk. Lo denunciano famiglie, lo scrive "Novaya Tyva"

Ucraina, a molte famiglie russe non viene comunicata la morte dei loro cari
Militari russi
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9 Aprile 2023 - 13.00


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Hanno saputo della morte dei loro cari, in guerra, in Ucraina, solo dalle foto delle tombe del cimitero di Novosibirsk. Lo denunciano famiglie, lo scrive “Novaya Tyva”.I parenti delle vittime sepolte a Novosibirsk denunciano non solo di non essere stati informati della sepoltura dei loro cari, ma anche della morte di quei militari. 

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Un giornale, “7×7 – Russia orizzontale” ricorda che alcuni di quei soldati mobilitati da Tuva sono stati addestrati a Novosibirsk. Dettaglio confermato, nel suo canale Telegram, dal governatore della regione, Vladislav Khovalyg.                                                             

“Novaya Tyva” introduce un elemento che ritorna: il Ministero della Difesa della Federazione Russa non ha notificato  la morte dei soldati ai parenti per non pagare la copertura assicurativa e il “premio”una tantum previsto dalle norme introdotte da Putin con il crescere delle perdite nella cosiddetta “Operazione speciale”. Naturalmente, le autorità smentiscono questa versione.

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All’inizio di febbraio, un gruppo di “mobilitati” di Tuva che si trovavano nelle zone di combattimento, in Ucraina, aveva registrato un videomessaggio, lamentando pestaggi e minacce da parte dell’esercito DPR.

Denunciavano pure una sostanziale e pericolosa disorganizzazione militare,  di non essere stati assegnati a nessuna unità del Ministero della Difesa della Russia, di “non avere un comando”. Le autorità della repubblica in qualche modo hanno risposto all’appello, in particolare, l’ex capo di Tuva Kara-ool ha incontrato personalmente i mobilitati, e l’attuale governatore ha loro risposto che il Ministero della Difesa gli aveva promesso di trasferire quanti avevano registrato l’appello alla 55a brigata di fucili motorizzati separati. Per gli abusi subiti, si era mosso anche l’ufficio del procuratore militare che aveva avviato un’ispezione, inchiesta che alla fine ma non ha rivelato “alcun fatto di danno alla salute dei militari tuvani nell’autoproclamato DPR”.

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