Un mediatore poco neutrale che perfino ha accettato di ospitare le armi nucleari tattiche della Russia e che ora vorrebbe fare da paciere.
La Bielorussia torna a proporsi come sede per colloqui per una soluzione della crisi in Ucraina proprio mentre l’inviato di Pechino ha completato la sua prima tappa, a Kiev, di una missione che lo porterà anche in Russia, Polonia, Francia e Germania, per individuare una soluzione alla crisi.
Il segretario del Consiglio di sicurezza Alexander Volfovich ha dichiarato che «Minsk è pronta a ospitare discussioni su tutti gli aspetti problematici. Oggi il problema principale dell’Europa è come porre fine alla guerra in Ucraina». «Troveremo soluzioni e compromessi per porre fine a questo bagno di sangue che nessuno vuole. Discuteremo anche di altro. Ma dobbiamo iniziare almeno da questo», ha aggiunto.
«Invece che accusarci di volere il confronto, l’estensione del conflitto, l’Ucraina farebbe meglio a tornare a negoziare e iniziare a lavorare a un nuovo documento (per la pace, ndr). La guerra deve essere fermata», aveva affermato Aleksandr Lukashenko nel suo intervento questa mattina al Consiglio dell’Assemblea parlamentare ella Csto (Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva) a Minsk.
Il Presidente della Bielorussia sostiene che la Russia era pronta a firmare un accordo per risolvere il conflitto con l’Ucraina all’inizio del 2022, poco dopo l’inizio dell’invasione, nel corso dei negoziati in Bielorussia e poi in Turchia. I deputati russi, ha aggiunto, citato dall’agenzia Belta, erano «direttamente coinvolti in questo processo, sin dall’inizio». «Abbiamo proposto negoziati. Di discutere della fine alla guerra. Abbiamo ospitato tre round di colloqui. Poi Zelensky ha deciso che voleva spostare i colloqui in Turchia. Nessun problema. Che Turchia sia. Hanno proposto una bozza di accordo. Se la Russia lo leggesse ora, impazzirebbe. Era del tutto svantaggioso per Mosca, ma allora era pronta a firmarlo. Ho il testo sulla mia scrivania. Ma appena la Russia ha accettato l’accordo, lo hanno gettato nella spazzatura, anche se la gente non lo sa».