La sindrome dell’accerchiamento, tipica di tutte le dittature: l’ex rabbino capo di Mosca Pinchas Goldschmidt è stato dichiarato un «agente straniero» da Mosca.
Lo scrive il Jerusalem Post citando una dichiarazione del ministero della Giustizia russo rilanciata da Interfax.
«Goldschmidt ha diffuso false informazioni sulle decisioni prese dalle autorità pubbliche della Federazione Russa e sulle loro politiche», si legge nel rapporto del ministero della Giustizia. «Si è opposto all’operazione militare speciale in Ucraina».
Goldschmidt lasciò la Russia all’inizio della guerra e chiese agli ebrei di lasciare la Russia. Intervistato dal Guardian, Goldschmidt ha detto che «guardando indietro alla storia russa, ogni volta che il sistema politico si trova in pericolo, il governo cerca di reindirizzare la rabbia e il malcontento delle masse verso la comunità ebraica». «Lo abbiamo visto in epoca zarista e alla fine del regime stalinista», aggiunge Goldschmidt, secondo cui l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sta iniziando a favorire un ambiente simile.