Un essere spregevole e un golpista mancato: ribaltando la sua precedente posizione sull’immunità di Donald Trump, il dipartimento di giustizia Usa ha fatto sapere di non ritenere più che il tycoon abbia agito nell’ambito delle finalità della sua carica presidenziale nel giugno 2019, quando negò di aver violentato la scrittrice Jean Carroll nel camerino di un grande magazzino di Manhattan a metà degli anni ’90.
Questo significa che il secondo procedimento civile (emendato) intentato dalla donna, dopo una prima condanna del tycoon in maggio a 5 milioni di dollari per diffamazione e abuso sessuale, potrà proseguire nel processo fissato per gennaio, proprio all’inizio della campagna presidenziale.
Gli avvocati del Dipartimento di Giustizia hanno affermato di aver preso in considerazione la deposizione di Trump nel processo per aggressione sessuale e diffamazione, nonché le dichiarazioni che ha rilasciato lo scorso ottobre ripetendo le smentite molto tempo dopo aver lasciato l’incarico, come indicazione che non era motivato a proteggere e servire il Paese quando ha fatto i commenti per la prima volta. (ANSA).
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