Più di 150 “atti” intrapresi con l’intento di sovvertire il risultato delle elezioni presidenziali del 2020 includono dodici tweet scritti da Donald Trump, come afferma la procura di Fulton County ad Atlanta, Georgia. Questi tweet sono stati aggiunti all’atto di incriminazione, che rappresenta il quarto nel corso di cinque mesi per l’ex presidente.
Il 3 dicembre 2020, Trump aveva condiviso un tweet che menzionava le audizioni sulla Georgia su @Oann, la rete conservatrice che amplificò le accuse di frode lanciate da Trump. Un’ora dopo, l’ex presidente aveva twittato riguardo a una “testimonianza esplosiva” in Georgia e aveva affermato che i Democratici stavano riempendo le urne mentre i Repubblicani venivano allontanati dal conteggio dei voti. Questi tweet sono solo alcuni esempi di una serie di messaggi che Trump ha condiviso su Twitter in un periodo critico.
Il sondaggio condotto dall’Emerson College ha rilevato che Trump guida le preferenze tra gli elettori repubblicani nel New Hampshire con il 49%, seguito da Christie con il 9% e DeSantis al terzo posto con l’8%. Questi risultati rappresentano un cambiamento significativo rispetto al sondaggio effettuato a marzo, dove DeSantis aveva perso diciassette punti percentuali.
Nelle accuse mosse dalla procura di Atlanta contro Trump, si afferma che l’ex presidente non solo ha esercitato pressioni, ma ha anche collaborato con i suoi alleati per cercare di influenzare i Grandi Elettori affinché proclamassero la sua vittoria in Georgia anziché quella di Biden. Ci sono anche tweet in cui Trump sostiene che il suo vice presidente, Mike Pence, avesse il potere di respingere i risultati elettorali, aggiungendo ulteriore confusione al contesto post-elettorale.
Inoltre, il giorno dell’insurrezione dei sostenitori di Trump a Washington D.C., l’ex presidente aveva twittato riguardo a Pence, sostenendo che se questi si fosse schierato con loro, avrebbero conquistato la presidenza. Questi tweet mostrano l’andamento delle azioni e delle dichiarazioni di Trump nel periodo post-elettorale, culminando con gli eventi dell’assedio al Congresso il 6 gennaio 2021.
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