L’India potrebbe cambiare nome, la maggioranza del premier Narendra Modi potrebbe infatti ribattezzare Bharat il Paese asiatico.
L’idea, che già circola da alcuni giorni in ambienti politici vicini al Partito del popolo indiano (Bjp) del premier Narendra Modi, si è imposta al centro del dibattito pubblico dopo che il ministro dell’Istruzione federale, Dharmendra Pradhan, ha condiviso sui social la foto dell’invito che ha ricevuto dalla presidente Droupadi Murmu per una cena in occasione del vertice del G20, in programma a Nuova Delhi il prossimo fine settimana.
Nel testo dell’invito il capo dello Stato si autodefinisce “presidente del Bharat” invece di “presidente dell’India”. Forti proteste sono già giunte dalle forze di opposizione, in particolare dal Congresso e dal Partito Aam Aadmi, con il primo che ha accusato il governo di “distorcere la storia” per paura della nuova coalizione formata dall’opposizione e che si chiama, per l’appunto, India (acronimo per Alleanza nazionale indiana per lo sviluppo inclusivo).
“L’India, che è il Bharat, dev’essere un’Unione di Stati”, si legge nel primo articolo della Carta fondamentale. I dirigenti del Bjp, nel frattempo, esultano. “Repubblica di Bharat: sono felice e fiero che la nostra civilizzazione stia marciando spedita verso l’Amrit Kaal”, afferma su twitter il capo ministro dello Stato di Assam, Himanta Biswa Sarma, facendo riferimento alla cosiddetta “Era dell’elisir”, la visione di una “nuova India” da realizzare entro il 2047, annunciata da Modi in occasione del 75mo anniversario dell’indipendenza.
“Il partito del Congresso sembra avere una forte avversione verso la parola Bharat. Sembra che il nome dell’alleanza India sia stato scelto intenzionalmente proprio con l’obiettivo d’indebolire l’idea del Bharat”.