Nella giornata di incontri a Pechino, il cardinale Matteo Zuppi, inviato di Papa Francesco per la missione di pace in Ucraina, ha lavorato per favorire il dialogo in un clima aperto e cordiale. L’incontro, presso il Ministero degli Affari Esteri cinese con Li Hui, rappresentante speciale per gli Affari euroasiatici, ha affrontato la guerra in Ucraina e le sue gravi conseguenze. Si è sottolineata l’importanza di unire gli sforzi per promuovere il dialogo e cercare soluzioni che conducano alla pace.
Durante l’incontro, è stato anche affrontato il tema della sicurezza alimentare, con l’auspicio che si possano presto garantire le esportazioni di cereali, specialmente verso i Paesi più a rischio.
La missione in corso si articola su due fronti: la ricerca attiva del dialogo e, contemporaneamente, l’affronto di alcune emergenze umanitarie scaturite dal conflitto in corso in Ucraina.
L’Ucraina, con le sue sofferenze, è stata oggetto di discussione anche in un incontro tra il Capo della Chiesa greco-cattolica, Sviatoslav Shevchuk, e la stampa internazionale accreditata presso il Vaticano. L’arcivescovo maggiore di Kiev ha commentato le recenti “incomprensioni” tra l’Ucraina e Papa Francesco, sottolineando la necessità di non chiudere le porte alla Santa Sede e di cercare il dialogo.
Shevchuk ha spiegato che le affermazioni del consigliere del presidente ucraino, Mikhailo Podolyak, riguardo alla mediazione del Papa erano da considerare come una sua opinione personale, non la posizione ufficiale del governo ucraino. Ha anche evidenziato l’importanza di non disprezzare gli amici, ma di cercare il dialogo e ha condiviso il desiderio di portare il messaggio di pace del Papa in Ucraina.
Il Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina ha enfatizzato che la pace deve essere giusta, stabile e autentica, sottolineando l’importanza di questa missione a Pechino, vista la posizione geopolitica significativa della Cina e il suo interesse per la collaborazione nella promozione della pace. Ha anche evidenziato alcune questioni umanitarie urgenti, tra cui il destino dei civili rapiti e torturati e la situazione di due sacerdoti redentoristi nelle mani delle autorità russe. Shevchuk ha concluso ribadendo la fiducia nella Santa Sede per la ricerca di soluzioni a queste questioni umanitarie.