La pace è lontana: in Ucraina «serve una pace giusta e sicura». Lo ha ribadito il cardinale Matteo Zuppi, inviato speciale di Papa Francesco per una missione di pace, partecipando al festival di Open.
Zuppi ha sottolineato l’importanza del dialogo per risolvere il conflitto in corso perché «nessuno ha la chiave della pace ma la si trova insieme». «Le responsabilità di questa situazione sono molto chiare – ha precisato – e parlare di pace non vuol dire confondere aggressore e aggredito, o pensare a un mondo che non esiste. Credo sia indispensabile continuare a credere che il dialogo possa portare a risultati, più delle armi. Senno’ dovremmo pensare che nella vita l’unico modo per risolvere i problemi sia fare a botte». Per il presidente della Cei occorre «insistere tanto, mettercela tutta».
«Il dialogo non significa confondere le responsabilità ma ristabilire i diritti», ha continuato. «Non è molto facile in Russia e in Ucraina dove la guerra è iniziata nel 2014 con un accordo che non è stato applicato. Quindi parlare di accordi non è semplice» ma «non può essere la guerra ad abolire i conflitti».
Zuppi ricordando che «Papa Francesco non si arrende a una logica della guerra», ha anche citato «il bellissimo articolo 11 della Costituzione italiana che dice `ripudiamo la guerra´. E che dobbiamo rinunciare a qualche sovranità per una sovranità sovranazionale. Dobbiamo pensare che i conflitti si possono risolvere senza ammazzarci”.
Argomenti: matteo renzi