Morte cerebrale per Armita Geravand: fu aggredita da una guardia per aver tolto il velo

La famiglia della giovane iraniana Armita è stata informata dai medici nei giorni precedenti che le sue condizioni sono ormai senza speranza.

Morte cerebrale per Armita Geravand: fu aggredita da una guardia per aver tolto il velo
Armita Geravand, la 16enne iraniana aggredita per aver rimosso il velo
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22 Ottobre 2023 - 21.37


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Pare ormai certo che Armita Geravand, la giovane iraniana di 16 anni brutalmente aggredita a Teheran il primo ottobre per aver rimosso il tradizionale hijab, versi in uno stato di coma irreversibile. La notizia proviene dal sito dell’agenzia iraniana Borna, e la ragazza è attualmente ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Fajr nella capitale. La famiglia di Armita è stata informata dai medici nei giorni precedenti che le sue condizioni sono ormai senza speranza.

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La speranza che le indiscrezioni non fossero vere hanno lasciato il passo al timore che Armita Geravand, la 16enne iraniana aggredita il primo ottobre da una guardia della metro per essersi tolta il velo, sia ormai in coma irreversibile. Alla madre Shahin Ahmadi era stato impedito di entrare all’ospedale Fajr di Teheran per vedere la figlia e, dopo le sue proteste, era stata trattenuta in custodia.

I medici avevano informato la famiglia di Armita che le sue condizioni erano disperate e nelle scorse settimane si era diffusa la notizia che il regime dell’ayotallah Ali Khamenei stesse spingendo per tenere in vita la ragazza. La ragione è da ricercare nella paura che il fiume umano di persone potesse tornare a manifestare come già successo durante le proteste di piazza scoppiate dopo la morte di Mahsa ‘Jina’ Amini, la 22enne curda arrestata dalla polizia morale del Paese perché indossava male l’hijab e morta dopo le percosse subite nel centro di reclusione.

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Come la 16enne, anche Mahsa venne ricoverata in ospedale, dove morì tre giorni dopo diventando la miccia che fece scoppiare la rabbia del movimento che dal settembre 2022 sfilò in strada al grido di “Donna, vita libertà”.  Un destino tristemente simile quello di Armita Geravand: l’Iran nega la ricostruzione della sua aggressione, spiegando che la ragazza avrebbe sbattuto la testa in seguito a un malore, ma i video inchiodano il regime alle proprie responsabilità.

Per questi motivi, nelle scorse settimane si era diffusa la notizia che il regime stesse tenendo in vita la sedicenne per evitare ulteriori proteste. Le autorità iraniane smentiscono l’aggressione e sostengono che la ragazza abbia avuto un calo di pressione e sia caduta. L’agenzia di stampa statale Irna ha pubblicato un video dell’interno della metropolitana che mostra la ragazza priva di sensi mentre viene portata fuori dal vagone. 

Nei giorni scorsi però è stata diffusa una clip in cui una funzionaria della polizia morale, Masih Alinejad ammetteva l’aggressione di Geravand in metropolitana per non aver indossato il velo e giustificava il gesto, dicendo: “Se lo meritava così come gli altri manifestanti che non avrebbero dovuto protestare”. 

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