I familiari degli ostaggi israeliani sequestrati da Hamas il 7 ottobre hanno implorato oggi il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, di non presentare un disegno di legge che prevede la pena di morte per i terroristi nel timore che una tale iniziativa possa mettere la vita dei loro cari ulteriormente in pericolo.
Intervenendo davanti al Comitato per la sicurezza nazionale della Knesset, che sta elaborando la legislazione proposta dal partito di estrema destra Otzma Yehudit di Ben Gvir, Gil Dikmann, la cui cugina è nelle mani di Hamas a Gaza, ha sottolineato che le vite di Gat e degli ostaggi “sono in gioco”.
“Gliel’ho già chiesto la settimana scorsa, ministro. Vi ho pregato di non sfruttare in alcun modo noi e la nostra sofferenza”, ha detto Dikmann tra le lacrime. “Per favore togliete questo dall’ordine del giorno; se avete un cuore, per favore non dite che rappresentiamo le persone che hanno ucciso i nostri cari”, ha aggiunto
“Per favore, scegliete la vita e fate ciò che è necessario affinché possano tornare a casa sani e salvi”, ha detto ancora Dikmann prima di rifiutare un abbraccio del ministro.
Itamar Ben Gvir giorni fa ha annunciato che oggi avrebbe presentato il disegno di legge già preparato dal suo partito che impone la pena di morte per i terroristi – colpirebbe direttamente i miliziani di Hamas catturati durante l’assalto del 7 ottobre dalle forze di sicurezza israeliane – al Comitato per la sicurezza nazionale della Knesset. “Mi aspetto che tutti i membri della Knesset sostengano questo importante disegno di legge”, aveva scritto su X.
La pena di morte è stata imposta in Israele solo due volte nella storia dello Stato ebraico, l’ultima in occasione dell’esecuzione dell’artefice dell’Olocausto Adolf Eichmann nel 1962.
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