Ci mancava l’alzata di scudi di chi vuole un Papa che chiuda gli occhi di fronte a 13 mila morti compresi migliaia di bambini.
Il Consiglio dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia in una nota esprime il suo disappunto per le parole di Papa Francesco sottolineando la «gelida equidistanza» del Pontefice per aver accusato entrambe le parti del conflitto in Terra Santa di terrorismo.
«Ieri l’incontro del Papa con i parenti degli ostaggi rapiti da Hamas, da tempo richiesto e sempre rinviato, è stato finalmente possibile perché è stato seguito – si legge – da un incontro con parenti di palestinesi prigionieri in Israele, così come riportato dal Papa, mettendo sullo stesso piano innocenti strappati alle famiglie con persone detenute spesso per atti gravissimi di terrorismo».
«E subito dopo il Papa ha pubblicamente accusato entrambe le parti di terrorismo. Queste prese di posizione al massimo livello seguono dichiarazioni problematiche di illustri esponenti della Chiesa in cui o non c’è traccia di una condanna dell’aggressione di Hamas oppure, in nome di una supposta imparzialità, si mettono sullo stesso piano aggressore e aggredito», continua il Consiglio dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia.
«Ci domandiamo a cosa siano serviti decenni di dialogo ebraico cristiano parlando di amicizia e fratellanza se poi, nella realtà, quando c’è chi prova a sterminare gli ebrei invece di ricevere espressioni di vicinanza e comprensione la risposta è quella delle acrobazie diplomatiche, degli equilibrismi e della gelida equidistanza, che sicuramente è distanza ma non è equa».
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