L'ex ambasciatore accusa Netanyahu: "Con i suoi metodi insegna ai palestinesi a odiare Israele"

Lo ha detto martedì John Casson, l’ex consigliere per la politica estera di David Cameron quando era premier ed ex ambasciatore britannico in Egitto.

L'ex ambasciatore accusa Netanyahu: "Con i suoi metodi insegna ai palestinesi a odiare Israele"
John Casson ex collaboratore di Cameron e ambasciatore britannico in Egitto
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23 Novembre 2023 - 12.08


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La strategia di Benjamin Netanyahu sta insegnando a una generazione traumatizzata di palestinesi a odiare Israele e sta minando deliberatamente le possibilità di una soluzione a due Stati: lo ha detto martedì John Casson, l’ex consigliere per la politica estera di David Cameron quando era premier.

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Prima della nomina di Cameron, Casson era molto critico nei confronti della politica britannica e aveva affermato che aveva perso influenza semplicemente seguendo la politica israeliana.

Martedì, in un’altra intervista alla BBC, ha espresso la speranza che la nomina di Cameron possa vedere il Regno Unito iniziare a tracciare alcune posizioni davanti a Israele e ai palestinesi nelle quali le due parti potrebbero poi entrare.

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Casson anche invocato una nuova generazione di leader palestinesi in Cisgiordania, affermando che l’assenza di elezioni significa che le attuali istituzioni hanno perso legittimità.

Non si può dire che Casson, ex ambasciatore britannico in Egitto fino al 2018, abbia parlando con l’approvazione del ministro degli Esteri. Ma Casson pensa che il nuovo ministro degli Esteri abbia le idee chiare su Netanyahu, ma che dia anche grande importanza alle relazioni personali.

Casson ha affermato che il Regno Unito dovrebbe aumentare la quantità di aiuti umanitari inviati ai palestinesi, sostenendo che il denaro offerto finora è una frazione di quello offerto dal Regno Unito tre o quattro anni fa.

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Ha anche affermato che Cameron deve far capire agli israeliani che non esiste una soluzione esclusivamente militare per sconfiggere Hamas, sostenendo che una risposta militare “deve creare spazio per una risposta strategica e non indebolirla”.

Nella sua critica chiave, ha sostenuto: “Quando diciamo che stiamo dalla parte degli israeliani e diciamo di non affrontare mai più l’orrore terroristico dell’ultimo mese, non è la stessa cosa che dire che sosteniamo e consentiamo ciò che il primo ministro Benjamin Netanyahu e i suoi partner stanno facendo. dire e fare perché le due cose sono in contrasto.

“L’approccio attuale non è quello di rendere gli israeliani sicuri e protetti a lungo termine, ma di creare una generazione traumatizzata di palestinesi e di insegnare loro che Israele è il loro nemico, e sta minando le prospettive di una soluzione a due Stati e smantellandola deliberatamente”.

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