Traumatizzata. E ci vorrà del tempo perché si riprenda. «La parte più scioccante e inquietante di quando l’abbiamo rivista è stato che stava sussurrando, non potevi sentirla. Ho dovuto mettere l’orecchio sulle sue labbra. È stata condizionata a non fare alcun rumore». È uno dei tragici dettagli sulla prigionia di Emily Hand, bambina di 9 anni rilasciata dopo settimane in mano ad Hamas, dopo essere stata data per morta il 7 ottobre. I dettagli sono stati raccontati dal padre Thomas Hand alla Cnn.
Emily ha detto a suo padre che pensava che anche lui fosse stato preso in ostaggio. E quando Thomas le ha chiesto per quanto tempo pensava di essere stata rapita, lei ha risposto «un anno». «È stato un pugno nello stomaco. Un anno», ha ripetuto l’uomo.
Secondo quanto raccontato dalla stessa bambina, Emily ha dovuto correre di casa in casa, costretta a spostarsi da Hamas mentre le forze israeliane attaccavano Gaza, un luogo che lei ora chiama «la scatola». Emily ha detto nessuno li ha picchiati, ma i bambini non potevano fare rumore e non potevano fare più che disegnare e giocare a carte.
Emily, che ha compiuto 9 anni in prigionia, è stata trattenuta con la sua amica Hila Rotem-Shoshani e la madre di Hila, Raaya. Le bambine sono state rilasciate sabato ma senza Raaya, un fatto che ha provocato le polemiche e tensioni tra Israele e Hamas.
Emily ha perso peso e il padre ha detto di non averla mai vista così pallida. La bambina ha riferito che gli ostaggi avevano abbastanza cibo per sopravvivere e molta acqua da bere. «Facevano sempre colazione, a volte pranzo, a volte qualcosa la sera», ha detto Thomas Hand.