I fascio franchisti non si smentiscono e hanno poco da evocare un ‘piazzale Loreto’ in salsa spagnola. Perché Sanchez è un premier democraticamente eletto e non unn dittatore criminale come Mussolini e perché quelli che vanno dietro a Vox non sono i gloriosi partigiani ma i nostalgici di una dittatura altrettanto criminale.
Le dichiarazioni rilasciate dal presidente di Vox Santiago Abascal in un’intervista al giornale argentino Clarin hanno scatenato un’aspra polemica in Spagna. «Arriverà il momento» in cui il popolo spagnolo «vorrà appendere per i piedi» Pedro Sanchez, ha detto Abascal, che ha partecipato nel fine settimana all’insediamento del suo alleato Javier Milei come nuovo presidente dell’Argentina.
Subito è arrivata la replica di esponenti del Partito socialista e di membri del governo, che hanno condannato le parole del leader di Vox accusandolo d’incitamento all’odio. Sulla questione è intervenuto lo stesso Pedro Sanchez, nel corso della presentazione del suo nuovo libro `Tierra Firme´ al Círculo de Bellas Artes di Madrid. Sono parole di «straordinaria gravità», ha detto il socialista, definendo poi Vox un «partito dell’odio». «Questo tipo di discorsi e messaggi, che non hanno precedenti nella storia democratica» spagnola, «sono dovuti al tentativo di trasformare la politica e la Spagna in un Paese in cui tutto è monopolizzato dall’incitamento all’odio e in un Paese in conflitto», ma questa non è la realtà, ha affermato Sanchez.
Vox ha lanciato una dura critica contro i socialisti per gli accordi stretti con gli indipendentisti catalani, che hanno consentito l’investitura di Sanchez in cambio di diverse misure, tra cui una legge di amnistia. Proprio martedì si terrà al Congresso dei deputati il primo dibattito sul progetto di legge che è stato presentato dal Psoe. Abascal e i suoi seguaci hanno più volte accusato il socialista di `golpe´ e di voler rompere l’unità della Spagna. Pedro Sanchez è «un politico che non ha scrupoli, che non ha principi» e quindi «ha un vantaggio competitivo rispetto ai politici onesti che invece hanno scrupoli», «io ho dei limiti morali. Ho dei principi. Non posso venderli. Sanchez non ne ha. Può calpestare le leggi, può fare qualsiasi cosa, può mettere a rischio l’unità nazionale», ha detto Abascal a Clarin.
Il socialista ha accusato Vox di voler creare un clima che non appartiene alla società spagnola. Molti cittadini hanno approfittato del ponte dell’8 dicembre per viaggiare in varie parti della Spagna, per fare compere e mangiare fuori, «siamo in un clima pre natalizio», «non si sta rompendo nulla e non c’è quella polarizzazione e quell’odio che cerca di iniettare Abascal», ha affermato il premier.
In difesa del leader di Vox e della sua evocazione che richiama Piazzale Loreto è intervenuto il segretario generale del partito Ignacio Garriga, sostenendo che Abascal ha semplicemente «ricordato il destino di molti dittatori». «Non è odio, è storia», ha detto.
La vicenda ha aperto una crepa anche tra Vox e il Partito popolare. Il leader del Pp, Alberto Núñez Feijóo, ha preso le distanze da Abascal affermando che la sua formazione «non ha nulla a che fare» con il tipo di dichiarazioni rilasciate dal leader di Vox e ha sostenuto che queste vanno nella direzione della «strategia di Sanchez e del Psoe», ovvero di «dividere la Spagna».
La mossa non è piaciuta all’ultradestra, che ha accusato i popolari di scendere a patti con il Psoe per le poltrone e di essere sempre disposti a scusarsi con la sinistra. «Sono i nostalgici della destra vigliacca», ha attaccato Abascal su X, affermando che i popolari «rispondono alle manipolazioni del governo e dei suoi arlecchini mediatici come se fossero realtà».
Dall’altro lato, i socialisti hanno esortato il Pp a rompere le alleanze di governo nei comuni e nelle regioni dove governano con Vox. Il ministro degli Esteri José Manuel Albares ha chiesto al Pp una chiara condanna delle dichiarazioni di Abascal, affermando che «nessun leader europeo oserebbe avallarle».