A poche settimane dalle primarie dei repubblicani in Iowa, decisive per capire in che direzione soffia il vento della destra americana, Donald Trump spinge sull’acceleratore della retorica violenta augurando a Joe Biden e agli altri suoi avversari di «marcire all’inferno». Questo proprio mentre l’Fbi ha aperto un’indagine sulle minacce di morte ricevute dai giudici della Corte Suprema del Colorado che hanno escluso il tycoon dalle primarie nello Stato.
«Buon Natale a tutti, anche all’unica speranza di quel corrotto di Joe Biden, il pazzo Jack Smith», ha esordito il tycoon nel primo pomeriggio del 25 dicembre sul suo social media Truth, rivolgendosi al presidente e al procuratore speciale che indaga sulla rivolta del 6 gennaio e i tentativi di ribaltare il voto del 2020 con due epiteti classici delle sue invettive. «Nessuno dei leader mondiali, buoni o cattivi, è così malvagio e malato come i delinquenti che abbiamo nel nostro Paese che, con le loro frontiere aperte, l’inflazione, la resa in Afghanistan, la nuova truffa ambientalista, le tasse elevate, la mancanza di indipendenza energetica, la crisi delle forze armate, Russia/Ucraina, Israele/Iran, stanno cercando di distruggere i nostri Stati Uniti, un tempo grandi. Possano marcire all’inferno!», ha attaccato dopo qualche ora l’ex presidente riferendosi chiaramente alle politiche dell’amministrazione Biden. Quindi, come se nulla fosse, ha pubblicato la classica cartolina delle feste, degna di una coppia presidenziale: lui in smoking e Melania in abito luccicante bianco davanti a un albero di Natale con la scritta «Merry Christmas».
Trump è ancora largamente in vantaggio sia rispetto ai suoi avversari interni che a Biden, in un’eventuale sfida a due. Stando agli ultimi sondaggi, il tycoon è avanti del 54% sugli altri candidati del Grand old party e dell’1,9% sul presidente.
Detto ciò, i tanti guai giudiziari e la decisione della Corte Suprema del Colorado, che in base al 14esimo emendamento della Costituzione lo ha dichiarato ineleggibile, cominciano a farsi sentire. Nei giorni scorsi i suoi avvocati hanno chiesto a una corte d’appello di Washington di rigettare le accuse federali mosse contro l’ex presidente di aver complottato nel tentativo di capovolgere il risultato delle elezioni del 2020 perché legate ad azioni prese quando Trump era alla Casa Bianca e quindi coperte da immunità. Il timore del tycoon e della sua cerchia è che la decisione del Colorado possa diffondersi a macchia d’olio se altre corti negli Stati Uniti dovessero basarsi sull’articolo della Costituzione che vieta a un funzionario pubblico coinvolto in un’insurrezione di candidarsi.
D’altra parte il nodo dell’immunità presidenziale è cruciale per molti dei procedimenti che attendono l’ex inquilino della Casa Bianca il prossimo anno. Negli ultimi giorni la Corte Suprema ha respinto la richiesta di Smith di un esame accelerato dell’immunità, lasciando alle corti d’appello le iniziali valutazioni.
Nel frattempo, l’Fbi e la polizia di Denver stanno indagando su una serie di minacce e insulti contro il massimio tribunale dello Stato comparsi dopo la sentenza su un sito estremista pro-Trump. «Tutti questi str… con le toghe devono morire impiccati», si legge in uno dei post più inquietanti, mentre in altri vengono riportati i nomi e gli indirizzi di casa dei giudici. I federali hanno assicurato di essere al corrente della situazione e di aver aumentato la sicurezza attorno alla Corte Suprema e agli stessi togati.
«L’Fbi sta lavorando con le forze dell’ordine locali per indagare su qualsiasi minaccia o uso di violenza da parte di chi utilizza opinioni estremiste per giustificare le proprie azioni», ha dichiarato il Bureau in una nota, mentre la polizia statale ha avviato un monitoraggio dei siti estremisti.
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