Mondo Lgbt in piazza contro la criminalizzazione nella Russia di Putin degli omosessuali

La sentenza della Corte Suprema russa che classifica come estremista il cosiddetto 'movimento LGBT internazionale' è stata considerata come un allineamento della Russia a Paesi che criminalizzano l'omosessualità.

Mondo Lgbt in piazza contro la criminalizzazione nella Russia di Putin degli omosessuali
Omofobia in Russia
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10 Gennaio 2024 - 16.22


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La sentenza della Corte Suprema russa che classifica come estremista il cosiddetto ‘movimento LGBT internazionale’ è stata considerata come un allineamento della Russia a Paesi che criminalizzano l’omosessualità. Tale decisione solleva preoccupazioni riguardo alla possibilità di arresti e trattamenti severi per chiunque sia associato a luoghi o associazioni legate alla comunità LGBT.

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Così hanno detto in piazza le associazioni Gaynet, Agedo, Cco Mario Mieli, Rete Genitori Rainbow, Agapanto, Nudi, Famiglie Arcobaleno, Dì Gay Project, Plus Roma, Libellula, Arcigay Roma, ARCO, Certi Diritti, GayCenter, Gender X APS, Differenza Lesbica.

«C’erano anche Laura Boldrini e Marilena Grassadonia, Coordinatrice dell’ufficio Lgbt+ di Roma Capitale. Boldrini ha confermato l’impegno a difendere le tutele delle persone Lgbt+ richiedenti asilo in Italia, rilanciando la battaglia per rivedere il decreto Paesi sicuri, che attualmente include anche nazioni che puniscono l’omosessualità. Dopo le leggi contro la cosiddetta propaganda Lgbt e la cancellazione delle persone trans a livello normativo, la persecuzione si sposta adesso dal pubblico al privato. Questa sentenza rende infatti impossibile l’esistenza di qualsiasi club privato, come dimostra la chiusura dello storico `Central Station´ locale a San Pietroburgo. Quando accaduto è un pericolosissimo precedente che dimostra la capacità dell’estremismo globale di far regredire i diritti delle persone Lgbtqia+. Chi urla oggi in Italia alla cosiddetta `teoria del gender´, che non esiste, si pone chiaramente nel solco di Putin».

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«Abbiamo portato in piazza lo slogan `Diritti per tutt3´, in italiano e in russo, in solidarietà a chi sta resistendo al regime di Putin, comprese le donne che protestano per la convocazione dei riservisti in guerra – aggiungono – L’odio e la propaganda distruggono la democrazia, generano guerra e morte: rifiutiamo qualsiasi tipo di propaganda sui nostri corpi, sia per distruggere le nostre esistenze, sia per giustificare operazioni militari sbagliate, come sta accadendo a Gaza. A chi si schiera per la causa Lgbt+ nel mondo chiediamo fatti concreti: l’appello alle nostre istituzioni è quello di favorire in tutti i modi l’accoglienza delle persone in fuga dalla Russia e di agevolare la tutela delle persone richiedenti asilo discriminate per orientamento sessuale e identità di genere nel loro Paese».

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