Saluti fascisti, perché Piantedosi brilla per la sua incongruenza

Fino ad ora non c’è stata alcuna risposta ufficiale nemmeno dal ministro Piantedosi che brilla per il suo silenzio e l’incongruenza della sua difficile non azione

Saluti fascisti, perché Piantedosi brilla per la sua incongruenza
Piantedosi e Giorgia Meloni
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10 Gennaio 2024 - 00.58


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La situazione si potrebbe definire diabolica tanto è l’odio e la volontà di vendetta che circola sui campi di guerra. Oggi, gli accadimenti più clamorosi sono quelli del Medio Oriente che mostrano immagini terribili e inequivocabili: la ferocia delle distruzioni e l’accanimento anche contro i bambini, le donne e i disperati soccorritori umanitari che tentano, stravolti dalla fatica e dalla mancanza di ogni strumento, di salvare il salvabile.

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Nella fase in cui tutto sembra irrimediabilmente perduto solo la mediazione tentata ancora una volta dal segretario di Stato Americano Blinken può, forse in extremis, mediare almeno un cessate il fuoco in cambio della liberazione degli ostaggi.

Tuttavia, l’osso più duro resta Netanyahu: spregiudicato ed intrepido tenta di aizzare il suo popolo ad una sorta di guerra infinita contro il “barbaro nemico” che purtroppo risponde con atti di feroce terrorismo. Ciascuno con una logica di prevaricazione e di distruzione dell’altro, israeliani e palestinesi ignorano che la questione di fondo sarebbe quella di avviare giuste trattative per una qualche forma nuova di convivenza, come recita l’abusata formula “due popoli, due Stati”.

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Soluzione che però continua ad essere rifiutata da entrambi i fronti, nonostante gli sforzi non solo degli USA ma anche di numerosi paesi arabi primo fra tutti l’Egitto. Tutto ciò mentre si allarga il fronte a Beirut, ancora più pericolosamente, con la scesa in campo dell’Iran da sempre in pessimi rapporti con Israele e Stati Uniti.

È veramente difficile immaginare a breve una riuscita dell’ennesima missione dell’inviato del presidente Baiden, alle prese con la partenza dell’anno elettorale per la presidenza americana. Resta il grido accorato di Papa Francesco contro tutte le guerre e tutti gli armamenti sempre più terribili che comportano fra l’altro un enorme spreco di finanziamenti destinati a creare strumenti di morte e distruzione.

L’altro fronte di guerra vede la Russia – che ha invaso vasti territori di confine camuffando un atto di violenza e di guerra con il termine “operazione speciale” – si trova alle prese con elezioni e l’ennesima candidatura di Putin a presidente. Quest’ultimo, senza vergogna, ha dichiarato pubblicamente di essere pronto alla pace immediata “purché siano accolte tutte le richieste della Russia”. 

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Su entrambi i principali fronti di battaglia – tanto quello mediorientale quanto quello Russo-Ucraino – la posizione dell’Europa appare poco incisiva se non irrilevante. Se questa è la condizione nel campo della politica internazionale, si potrebbe purtroppo ricavare una triste lezione anche per le condizioni politiche interne di ciascuno Stato nazionale.

La Francia ha rapidamente sostituito la presidente dimissionaria con Gabriel Attal – il più giovane capo di governo della sua storia, cresciuto al fianco di Macron – il quale si deve da subito confrontare con la mancanza di una maggioranza stabile in Parlamento. In Germania gli scioperi da parte di contadini e agricoltori bloccano con manifestazioni di massa la porta di Brandeburgo e le proteste si estendono in tutto il paese. Non diciamo dell’Italia dove la campagna per le elezioni europee, ma anche quella per regioni e comunità locali, crea dissensi e contrasti non indifferenti all’interno dei partiti del centro destra. La presidente del Consiglio è in grande imbarazzo. Salvini ha un suo disegno per Bruxelles: aderire a una maggioranza sovranista con la candidata francese Le Pen e gli altri movimenti contestatori e sovranisti. 

La presidente Meloni finge di non accorgersi di queste tattiche che comunque mostrano una maggioranza di governo poco compatta. Maggioranza travolta fra l’altro da scandali e sparatorie a feste danzanti di fine anno, e a tumulti con simboli esplicitamente fascisti.

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Fino ad ora non c’è stata alcuna risposta ufficiale nemmeno dal ministro Piantedosi che brilla per il suo silenzio e l’incongruenza della sua difficile non azione. Solo le opposizioni mostrano vivacità e presenza anche se immaginare una nuova fase politica resta assolutamente difficile.

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