Nadezhda Makarova aveva 42 anni. Viveva a Verkhnyaya Pyshma nella regione di Sverdlovsk. Questa è la Russia siberiana, a 15 km c’è Ekaterinburg. La storia racconta che da queste parti furono eliminati lo zar e la sua famiglia. La regione è attraversata dalla linea della Transiberiana. Per il resto, storie senza storia di uomini e donne con mille difficoltà quotidiane, all’ombra di impianti dell’industria pesante. Difficoltà quotidiane come quelle che conoscevano Nadezhda e il compagno della sua vita, Gennady. Tante difficoltà, ma anche piccole felicità per le quali è bello vivere, soprattutto se si ama.
E per Nadezhda è stato così fino a quando il suo Gennady non è stato chiamato alla guerra, a quella operazione speciale, affatto speciale, diventata lunga quanto una guerra. Come tutte le guerre, con morti da un lato e dall’altro, che strappano in due le foto di famiglia, i sogni, negli uni e negli altri. E spesso pure il cuore, come è accaduto a Nadezhda, che in un freddissimo giorno di gennaio ha saputo della morte del suo Gena – così amava chiamarlo – da un messaggio WhatsApp. Glielo mandava il comandante del marito. La donna si è sentita male, è stata portata in ospedale, ha fatto in tempo ad entrare in sala operatoria, ma non ce l’ha fatta. Troppo forte lo strappo al cuore.
Probabilmente, una storia come tante altre senza storia, emersa per caso dalle cronache locali della lontana Siberia. Ne parla l’edizione urale di “E1.ru”, raccogliendo il racconto di Natalia, sorella di Nadezhda, e confrontando il racconto con le foto della pagina Vkontakte (Facebook russo) di Nadezhda.
Nadezhda Makarova è stata sepolta il 31 di gennaio. Di Gena, del suo corpo, non si sa nulla, di lui non si ha neanche certezza ufficiale della morte. Capita spesso in questa guerra, è più comodo che i morti entrino direttamente nell’elenco dei dispersi, serve ad alleggerire il peso della guerra.
Ma il cuore non ci casca, il cuore sa leggere parole e numeri, il cuore spesso anticipa le parole di circostanza e quelle brutali. Il cuore spesso non regge alla verità, ed esplode.