È affidato ad un piano B ancora in discussione al Senato il destino dei fondi a Ucraina, Israele e Taiwan, dopo la bocciatura del disegno di legge bipartisan da 120 miliardi che legava gli aiuti ad una radicale riforma sull’immigrazione e ad una stretta al confine col Messico.
Il provvedimento alternativo prevede più o meno gli stessi finanziamenti ma senza misure per la frontiera, come invece avevano chiesto i repubblicani. La votazione sul primo pacchetto è finita con 49 no e 50 sì (45 dem e 4 repubblicani), sotto i 60 necessari per far avanzare la legge.
La maggior parte dei senatori del Grand Old Party si è opposta dopo aver lamentato che le misure non erano sufficienti per affrontare la crisi al confine tra Stati Uniti e Messico, dove gli arresti per attraversamenti illegali hanno raggiunto livelli record. Anche cinque esponenti dem hanno votato contro, preoccupati per la gravità delle misure di sicurezza alle frontiera e per i finanziamenti aggiuntivi per l’esercito israeliano nel contesto della guerra a Gaza.
La proposta di legge, che aveva il sostegno di Joe Biden, prevedeva 60 miliardi per Kiev, 14 miliardi per Israele e 10 miliardi di assistenza umanitaria per i civili colpiti dalla guerra in Ucraina, Gaza e Cisgiordania, oltre a 20 miliardi per la crisi al confine col Messico. Il leader della maggioranza al Senato, Chuck Schumer, inizialmente ha votato a favore ma poi ha cambiato tatticamente il suo voto, una manovra procedurale che consentirà alla Camera alta di rivedere la proposta in futuro.
Schumer ha quindi introdotto il `piano B´, un nuovo progetto di legge da 95 miliardi di dollari che fornirebbe gli aiuti esteri senza affrontare la situazione al confine. «Per il resto questo pacchetto sarà sostanzialmente lo stesso. Avrà forti finanziamenti per l’Ucraina, finanziamenti per Israele, aiuto per i civili innocenti a Gaza e finanziamenti per l’Indo-Pacifico», ha spiegato. I leader di entrambi i partiti stanno negoziando dietro le quinte, sperando di trovare un accordo prima di venerdì, quando il Senato inizierà due settimane di pausa. Sull’approvazione del provvedimento pesa il `veto´ di Donald Trump, che ha chiesto ai repubblicani di non votarlo per non fare «un regalo ai dem». Ma il rischio è che in campagna elettorale Biden possa ribaltare sul suo avversario la colpa del caos al confine.