Una farsa, come capite nei regimi che sono sotto la cappa di Mosca: Vladimir Putin ha inviato al presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko un telegramma congratulandosi per quello che ha definito «il successo» delle elezioni parlamentari in Bielorussia: un voto dal quale il regime bielorusso ha escluso qualunque forza di opposizione permettendo la partecipazione solo a quattro partiti filogovernativi. Lo riporta la Tass citando il Cremlino.
«L’elevata affluenza alle urne e i risultati delle votazioni popolari confermeranno chiaramente l’ampio sostegno al percorso di sviluppo socioeconomico armonioso della Bielorussia sotto la vostra guida, garantendo la stabilità politica interna e promuovendo processi di integrazione reciprocamente vantaggiosi all’interno dello Stato dell’Unione», ha affermato Putin riferendosi all’organismo intergovernativo di Russia e Bielorussia.
Il voto in Bielorussia è stato spalmato su cinque giorni, fatto che secondo molti osservatori ne mina profondamente la trasparenza. L’ong per i diritti umani Viasna denuncia che studenti, militari e dipendenti pubblici sono stati costretti a votare già nei primi quattro giorni, cioè quelli del cosiddetto «voto anticipato» e parla di «detenzioni, arresti e perquisizioni» mentre erano in corso le elezioni, definite «una farsa insensata» dalla leader dell’opposizione Svetlana Tikhanovskaya, costretta all’esilio. Il regime inoltre non ha invitato alle elezioni gli osservatori internazionali dell’Osce.
Aleksandr Lukashenko, noto come «l’ultimo dittatore d’Europa», governa la Bielorussia dal 1994 calpestando libertà e diritti umani. Ufficialmente ha vinto le presidenziali del 2020 con l’80% dei voti, ma questo risultato è ritenuto frutto di massicci brogli elettorali e per mesi in Bielorussia si sono registrate proteste di massa contro il regime. Le manifestazioni pacifiche sono state represse con violenza e con ondate di arresti e la polizia è accusata anche di torture contro i dimostranti. Secondo l’ong per la difesa dei diritti umani Viasna, ad oggi in Bielorussia ci sono 1.412 prigionieri politici.
La Bielorussia è inoltre politicamente vicinissima al Cremlino, tanto che ieri Lukashenko ha annunciato che si candiderà alle presidenziali del prossimo anno assicurando che il suo regime sarà «sempre con la Russia». Due anni fa, Lukashenko permise ai soldati russi di invadere l’Ucraina partendo proprio dal territorio bielorusso.