Il Parlamento greco ha approvato la controversa legge che apre le porte alla creazione di università private nel Paese. Non sono servite a nulla le proteste in piazza ad Atene di decine di migliaia di studenti, ultimo tentativo per bloccare una misura ritenuta pericolosa per le attuali università pubbliche.
La nuova legge è stata adottata con 158 voti a favore, espressi dal partito conservatore Nuova Democrazia, guidato dal primo ministro Kyriakos Mitsotakis, più un voto di un deputato indipendente. Contrari quasi tutti i parlamentari dei partiti di opposizione (129 voti contrari e 11 astensioni).
Durante il dibattito che ha preceduto il voto, Mitsotakis ha descritto il disegno di legge come una «coraggiosa riforma di sviluppo e giustizia sociale» che garantirà «maggiore libertà e accesso alla conoscenza per tutti gli studenti greci».
Secondo Mitsotakis, la riforma eviterà che «decine di migliaia di giovani» vadano all’estero ogni anno per studiare presso istituti privati e che la loro permanenza porterà un vantaggio per lo sviluppo dell’economia locale.
L’opposizione di sinistra ha respinto il progetto di legge sostenendo che la riforma porterà al degrado dell’istruzione superiore pubblica. «Questo disegno di legge ha un solo titolo: privatizzazione dell’istruzione. Il governo sta mettendo una mina nel sistema universitario», ha dichiarato Sokratis Famelos, leader del gruppo parlamentare di Syriza, principale partito di opposizione.
La polizia ha dichiarato che circa 17.000 persone hanno marciato verso il Parlamento nella centrale piazza Syntagma, ad Atene, per l’ultima delle settimane di proteste studentesche contro la riforma. Secondo gli organizzatori, l’affluenza è stata di 30.000 persone. «No all’istruzione per pochi e scelti, istruzione gratuita per tutti», hanno scandito durante la marcia gli studenti alzando cartelloni e intonando slogan contro il governo.