Orban il nemico della democrazia sceglie Trump il golpista mancato

Viktor Orban è stato accolto in pompa magna a Mar-a-Lago dal tycoon e da Melania Trump ricomparsa pubblicamente al fianco dell'ex presidente dopo una lunga assenza.

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Orban e Trump
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10 Marzo 2024 - 00.25


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«Un aspirante dittatore». «Un grande leader». Sono gli antitetici giudizi di Joe Biden e Donald Trump su Viktor Orban, che venerdì sera è stato accolto in pompa magna a Mar-a-Lago dal tycoon e da Melania, ricomparsa pubblicamente al fianco dell’ex presidente dopo una lunga assenza.

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Giudizi che misurano l’abisso politico tra i due sfidanti per la Casa Bianca, impegnati sabato nella stessa ora e a meno di 100 km l’uno dall’altro in un duello a distanza nel decisivo stato in bilico della Georgia, combattuto anche a colpi di spot sull’età del presidente.

«Sapete con chi si incontra oggi Trump a Mar-a-Lago? Con Orban, che ha dichiarato apertamente di non ritenere che la democrazia funzioni e di cercare la dittatura. Io invece vedo un futuro in cui difenderemo la democrazia, anziché sminuirla», ha attaccato Biden in un comizio venerdì sera alla periferia di Philadelphia.

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Un altro colpo al suo avversario dopo averlo additato nel suo discorso sullo stato dell’Unione come una minaccia per la democrazia, e non solo quella americana. In particolare per il suo flirt con Vladimir Putin che rischia di compromettere gli sforzi occidentali a favore dell’Ucraina. Un flirt condiviso da Orban, il quale ha trasformato la sua controversa visita in Usa in un assist a Trump e in una sfida a Biden, che non lo ha mai invitato alla Casa Bianca né ai suoi vertici sulla democrazia.

Il premier ungherese ha fatto prima tappa a Washington al think tank conservatore Heritage Foundation, evidenziando su X che «la più grande battaglia nella politica internazionale è tra i globalisti e i sovranisti». Quindi è volato a Mar-a-Lago, la `Casa Bianca d’inverno´, ed è entrato a gamba tesa nella campagna elettorale Usa dando il suo endorsement al tycoon.

«È stato un piacere far visita al presidente Donald Trump. Abbiamo bisogno di leader nel mondo che siano rispettati e che possano portare la pace. Lui è uno di questi! Torni a portarci la pace, signor Presidente!», ha scritto su X.

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«Qui in America, la campagna è in pieno svolgimento e sta procedendo a ritmo sostenuto. Spetta agli americani prendere la propria decisione, ma spetta a noi ungheresi ammettere onestamente che sarebbe meglio per il mondo e meglio per l’Ungheria se tornasse Donald Trump», ha detto poi più esplicitamente in un video pubblicato sui suoi social, sottolineando che «durante la sua presidenza c’era pace in Medio Oriente e pace in Ucraina» e che «non ci sarebbe la guerra oggi se fosse ancora presidente degli Stati Uniti».

Il tycoon gli ha steso il tappetino rosso, prima di una cena e di un concerto in suo onore: «Non c’è leader più intelligente o migliore di Viktor Orban, è fantastico, sta facendo un grande lavoro. Non è una figura controversa perché ha detto che così deve essere e fine, lui è il boss. Un grande leader, un fantastico leader in Europa e in tutto il mondo. Lo rispettano». Un asse che, secondo alcuni osservatori, potrebbe porre interrogativi anche alla premier Giorgia Meloni, interlocutrice privilegiata di Orban in Europa ma anche di Biden sul fronte transatlantico.

Intanto il presidente e il suo predecessore si sono sfidati in Georgia, dove le primarie di martedì saranno un banco di prova per conquistare i voti afroamericani e quelli in libera uscita di Nikki Haley dopo il suo ritiro. Il primo ad Atlanta e il secondo a Rome, in uno Stato che il leader dem ha vinto nel 2020 per meno di 12 mila voti ma dove ora il tycoon – nonostante sia sotto inchiesta per i tentativi di sovvertire il voto statale – è avanti (+6,5% secondo la media di RealClearPolitics). Come in tutti gli Stati battleground (tranne la Pennsylvania), che Biden ora vuole visitare nel giro di un mese con comizi e spot a tappeto per sfruttare il `momentum´ del suo sferzante discorso sullo stato dell’Unione.

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