L’estrema destra israeliana al potere sta sepre più isolando il paese visto che la carneficina di Gaza è inaccettabile.
Il Canada fermerà l’esportazione di armi verso Israele, cinque mesi e mezzo dopo l’inizio della guerra contro Hamas.
Lo ha annunciato il ministero degli Esteri guidato da Me’lanie Joly, provocando la reazione di Israele. Dal 7 ottobre scorso, le licenze di vendite di armi canadesi a Israele riguardavano unicamente l’export di equipaggiamenti non letali, come strumenti di comunicazione.
Secondo il ministero, dall’8 gennaio scorso «il governo non ha approvato nuove licenze di esportazioni di armi verso Israele e questo continuerà fino a che possiamo garantire il rispetto totale del nostro sistema di esportazioni».
«Ci troviamo in una situazione in cui la realtà sul terreno non ci permette più di esportare armi». Il capo della diplomazia israeliana Israel Katz ha definito «infelice» la decisione canadese che «compromette il diritto di Israele a difendersi».
Le licenze per la vendita di armi approvate prima dell’8 gennaio, tuttavia, rimangono «in vigore» perché la loro sospensione «avrebbe implicazioni significative per il Canada e i suoi alleati», ha affermato il ministero. Ottawa ha esportato più di 21 milioni di dollari canadesi di attrezzature militari in Israele nel 2022 e 26 milioni nel 2021, collocando Israele tra le prime 10 destinazioni per le esportazioni di armi canadesi, secondo i dati del governo.
Pur affermando il diritto di Israele alla difesa, il primo ministro canadese Justin Trudeau ha adottato una posizione sempre più critica nei confronti dell’operazione militare condotta dall’esercito israeliano nella Striscia di Gaza, in risposta all’attacco di Hamas sul suolo israeliano del 7 ottobre.
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