Accuse e contro.accuse:
. «Putin sta seguendo una precisa strategia – sostiene – Prima di tutto vuole distogliere l’attenzione dalle recenti azioni massicce contro il nostro Paese. Il 22 marzo ha fatto lanciare missili sulla centrale idroelettrica Dniprohes a Zaporizhzhia. Una diga. L’ennesimo atto criminale davanti agli occhi del mondo. E poi, è chiaro che insistere sulla cosiddetta `pista ucraina´ gli serve per spiegare ai suoi cittadini perché d’ora in avanti parlerà esplicitamente di guerra e non più di operazione militare speciale».
«Il mio Paese fa parte della coalizione delle democrazie. Istituzioni e apparati ucraini ripudiano il metodo terroristico. E non è affatto vero, come afferma invece Putin, che i terroristi dopo la strage stessero venendo qui. Siamo uno stato in guerra, ai confini ci sono soldati e forze speciali ovunque, su entrambi i lati. È impossibile attraversarlo, oltretutto armati e a bordo di un’automobile già segnalata e ricercata dai servizi segreti».
Secondo Podolyak i terroristi catturati stavano andando «in Bielorussia. Perché tra Russia e Bielorussia non c’è un vero confine, potevano riparare lì per nascondersi e riorganizzarsi». Ignorare l’allarme Usa «può rientrare in una strategia che punta a creare le condizioni per poi incolpare l’Ucraina».
«La Russia non sta vincendo sul campo, quindi cerca di fare pressione su di noi e su altri Paesi con il terrorismo psicologico. Una escalation in questo senso ci sarà. Può essere escalation di retorica propagandistica. Tenterà di influenzare i nostri partner affinché sospendano gli aiuti».
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