Parole arroganti e tracotanti: “Dobbiamo chiarire che nessuno, nessun gruppo di estrema sinistra, dovrebbe vedere l’Ungheria come una specie di ring dove venire a pianificare di picchiare qualcuno a morte. E no, nessuna richiesta diretta del governo italiano (o di qualsiasi altro importante media) al governo ungherese renderà più facile la difesa della causa di Salis, perché il governo, come in qualsiasi altra democrazia moderna, non ha alcun controllo sui tribunali».
Lo ha scritto su `X´ il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs in merito al caso di Ilaria Salis. Kovacs ha poi ricordato le parole del ministro degli Esteri, Peter Szijjártó, secondo cui «non si è trattato di un crimine commesso per capriccio, ma di un atto ben pensato e pianificato» da parte di una persona che ora «viene dipinta come una martire».
La malafede del portavoce di Orban si evidenzia in tutta la sua nefandezza quando parla di ‘picchiare a morte’ mentre il referto medico del nazista (che non aveva nemmeno presentato una denuncia) parla di una prognosi di 5 giorni, ossia poco più di nulla.