Per la seconda volta in due settimane Donald Trump ha preso le distanze dagli israeliani. L’ex presidente, che per anni si è definito il suo strenuo difensore, ha detto che Israele «sta perdendo la guerra della comunicazione» nella gestione della crisi a Gaza, a causa dei post che sui social mostrano immagini di devastazione.
«Una cosa che odio – ha dichiarato in un’intervista al conduttore radiofonico conservatore Hugh Hewitt – è che mettono video tutte le volte sulla guerra. Ogni notte mostrano immagini di edifici abbattuti. Non dovrebbero farlo. Ma lo fanno, ecco perché stanno perdendo la guerra della comunicazione. Israele, sì, sta decisamente perdendo quella guerra».
Le affermazioni del tycoon confermano il suo riposizionamento, nonostante il fatto che da Presidente abbia sostenuto in modo fermo Israele. Durante il suo mandato, Trump ha riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele e trasferito l’ambasciata da Tel Aviv alla città santa. Il tycoon ha sempre sostenuto di «aver combattuto per Israele come mai nessun Presidente ha fatto», ma nelle ultime settimane, anche per cercare di strappare a Joe Biden il voto dei giovani pro-Gaza, Trump ha preso le distanze, non risparmiando critiche al suo vecchio amico, il premier Benjamin Netanyahu.
Dopo il massacro del 7 ottobre di più di un migliaio di israeliani da parte di Hamas, l’ex Presidente aveva accusato Netanyahu di essersi fatto trovare impreparato e aveva definito «molto intelligente» il gruppo anti-israeliano Hezbollah. Quando Hewitt gli ha chiesto se sia «ancora al cento per cento al fianco di Israele», Trump non ha risposto direttamente.
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