Ora cerca di fare marcia indietro ma è chiaro che dietro il massacro c’è una volontà politica. Un’inchiesta israeliana ha ammesso una serie di “gravi errori” da parte del personale militare, tra cui la mancanza di coordinamento e l’errata identificazione, per l’uccisione di sette operatori umanitari della World Central Kitchen a Gaza attraverso attacchi di droni.
In un’intervista alla BBC, il tenente colonnello Peter Lerner delle forze di difesa israeliane ha affermato che l’esercito israeliano non è stato in grado di riconoscere che i veicoli appartenevano all’organizzazione umanitaria.
L’IDF ha affermato di aver licenziato un capo di stato maggiore di brigata con il grado di colonnello e un ufficiale di supporto antincendio della brigata con il grado di maggiore e ha emesso rimproveri formali agli alti ufficiali, compreso il generale a capo del comando meridionale.
È probabile che i risultati rinnovino lo scetticismo sul processo decisionale dei militari.
Palestinesi, gruppi umanitari e organizzazioni per i diritti umani hanno accusato le forze israeliane di aver sparato incautamente contro i civili durante il conflitto – un’accusa che Israele nega. In realtà tutto è stato ampiamente filmato e documentato.
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