“Le Canarie hanno un limite!” è lo slogan che risuona tra decine di migliaia di persone partecipanti a cortei simultanei organizzati sulle otto isole dell’arcipelago delle Canarie. La mobilitazione è un segno di protesta contro il turismo di massa e le sue conseguenze: lo sfruttamento dell’ambiente e delle risorse naturali, insieme a un modello di sviluppo che deturpa e impoverisce il territorio.
Al termine della giornata, le autorità locali stimano che circa 60.000 persone abbiano preso parte alle diverse manifestazioni svoltesi sulle otto isole.
L’evento ha registrato la presenza più numerosa a Santa Cruz di Tenerife, dove secondo le cifre ufficiali sono scese in piazza circa 30.000 persone, mentre a Las Palmas di Gran Canaria sono state conteggiate circa 15.000 persone. Tuttavia, le immagini aeree condivise sui social network e trasmesse in televisione mostrano strade affollate e serpentoni di persone anche nelle altre città iberiche e capitali europee che hanno aderito alla mobilitazione, tra cui Malaga, Granada, Madrid, Barcellona, Amsterdam, Londra e Berlino.
L’iniziativa è stata promossa da associazioni ecologiste e sociali con l’intento di porre fine all’eccesso di turismo sulle isole, definito “insostenibile e a beneficio di pochi, a discapito degli abitanti locali e della convivenza”. È proprio la popolazione residente dell’arcipelago a esigere con fermezza un cambiamento di rotta, richiedendo un diverso modello di sviluppo per il settore turistico, fondamentale per l’economia delle Canarie.
Dati significativi emergono dall’ultimo rapporto annuale Arope sulla “Povertà in Spagna”, che evidenzia come nel 2023 le Canarie abbiano registrato il maggior numero di arrivi turistici in Spagna, con 13,9 milioni di visitatori su una popolazione residente di 2,2 milioni. Tuttavia, nonostante il flusso turistico, le Canarie hanno riportato i tassi più elevati di povertà, con fino al 33% della popolazione a rischio di emarginazione. I manifestanti chiedono “misure immediate”, tra cui l’istituzione di un’ecotassa per i turisti, una moratoria turistica e leggi che favoriscano l’accesso preferenziale a residenze e opportunità lavorative per gli abitanti delle isole.