Secondo un rapporto del canale israeliano Channel 12, il governo israeliano ha ricevuto indicazioni da alti funzionari legali secondo cui il procuratore della Corte penale internazionale (CPI) sta valutando la possibilità di emettere mandati di arresto per funzionari israeliani, tra cui il primo ministro Benjamin Netanyahu.
La Corte penale internazionale sta attualmente indagando sulle azioni di Israele nella Cisgiordania occupata e nella Striscia di Gaza.
Oltre a Netanyahu, queste indagini potrebbero portare all’emissione di mandati di arresto nei confronti del ministro della Difesa Yoav Gallant e del capo di stato maggiore Herzi Halevi.
Il quotidiano israeliano Maariv ha anche riferito che Netanyahu è “spaventato e insolitamente stressato” dalla possibilità di un mandato di arresto della CPI.
Venerdì Netanyahu ha scritto su X che sotto la sua guida “Israele non accetterà mai alcun tentativo da parte della Corte penale internazionale di minare il suo diritto intrinseco all’autodifesa”.
Il caso della Corte penale internazionale è separato da diversi casi in corso contro Israele presso la Corte internazionale di giustizia (ICJ), incluso uno portato dal Sud Africa che sostiene che Israele sta commettendo il crimine di genocidio nella sua continua guerra a Gaza.
L’ICJ è stata creata per risolvere i conflitti tra stati; la CPI persegue individui per crimini.